Il premier malaysiano promette di abolire le leggi di emergenza in vigore dal 1960
Le leggi attuali permettono il carcere preventivo a tempo indefinito. Promessa anche la liberalizzazion dell’informazione e la possibilità di riunirsi. Nel 2012 si terranno le elezioni, e la popolarità del premier ha subito un forte calo, il 13 per cento in meno rispetto all’anno scorso.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Il premier malaysiano Najib Razak ha annunciato che saranno abolite due leggi, l’Internal Security Act e l’Emergency Ordinance, che tenevano il Paese in una situazione di emergenza continua, e permettevano di tenere in prigione le persone senza processo per un periodo indefinito. “L’abolizione dell’Internal Security Act, e gli altri cambiamenti storici, sottolineano il mio impegno a fare della Malaysia una democrazia moderna e progressista”, ha dichiarato alla televisione Najib. Questa decisione viene dopo due mesi di proteste di piazza che hanno portato all’arresto di 1600 persone, e a una caduta del 13 per cento nel suo indice di gradimento rispetto all’anno scorso, e del sei per cento da maggio ad agosto 2011. Al calo della sua popolarità ha contribuito anche l’aumento del costo della vita, in attesa di elezioni politiche che avverranno nella metà dell’anno prossimo.
La decisione di abolire le leggi di emergenza “è un grosso passo in avanti e probabilmente migliorerà la sua situazione” ha commentato l’economista Chua Hak Bin, da Singapore. “In generale nel Paese c’è una grande richiesta di maggior apertura in termini di libertà dei media, e in termini di controlli sull’opera del governo”. Il governo, ha annunciato Najib, renderà più libera l’informazione, e adotterà regole più aperte per quanto riguarda le riunioni pubbliche.
L’Internal Security Act è stato varato nel 1960, sulla scia di un’insurrezione comunista armata, e permette la carcerazione indefinita di elementi sospetti. Sarà rimpiazzato da una legge che permetterà la carcerazione preventiva ma con un controllo giudiziario più ampio, secondo quanto dichiarato da Najib. La leggi di emergenza sono state usate contro i leader dell’opposizione, e attualmente ci sono 37 persone incarcerate in base a questi leggi. La promessa di Najib è vista come “uno sviluppo positivo che apre spazi per la libertà di parola, il diritto, e la trasparenza” ha commentato Ibrahim Suffian, analista politico del Merdeka Center, un istituto di analisi e sondaggi.
Najib non ha parlato di rivedere le politiche che favoriscono la maggioranza etnica Malay. Queste politiche preferenziali, secondo la World Bank, hanno limitato la crescita e gli investimenti dall’estero, in un Paese che ha minoranze cinesi e indiane, e che conta più di un milione di Malay che vivono fuori confine. Le politiche che privilegiano i Malay sono state adottate nel 1971, in seguito a conflitti interrazziali, e garantiscono all’etnia di maggioranza l'accesso privilegiato a case a buon mercato, posti all’università, contratti governativi e affari con le società quotate in borsa.
La decisione di abolire le leggi di emergenza “è un grosso passo in avanti e probabilmente migliorerà la sua situazione” ha commentato l’economista Chua Hak Bin, da Singapore. “In generale nel Paese c’è una grande richiesta di maggior apertura in termini di libertà dei media, e in termini di controlli sull’opera del governo”. Il governo, ha annunciato Najib, renderà più libera l’informazione, e adotterà regole più aperte per quanto riguarda le riunioni pubbliche.
L’Internal Security Act è stato varato nel 1960, sulla scia di un’insurrezione comunista armata, e permette la carcerazione indefinita di elementi sospetti. Sarà rimpiazzato da una legge che permetterà la carcerazione preventiva ma con un controllo giudiziario più ampio, secondo quanto dichiarato da Najib. La leggi di emergenza sono state usate contro i leader dell’opposizione, e attualmente ci sono 37 persone incarcerate in base a questi leggi. La promessa di Najib è vista come “uno sviluppo positivo che apre spazi per la libertà di parola, il diritto, e la trasparenza” ha commentato Ibrahim Suffian, analista politico del Merdeka Center, un istituto di analisi e sondaggi.
Najib non ha parlato di rivedere le politiche che favoriscono la maggioranza etnica Malay. Queste politiche preferenziali, secondo la World Bank, hanno limitato la crescita e gli investimenti dall’estero, in un Paese che ha minoranze cinesi e indiane, e che conta più di un milione di Malay che vivono fuori confine. Le politiche che privilegiano i Malay sono state adottate nel 1971, in seguito a conflitti interrazziali, e garantiscono all’etnia di maggioranza l'accesso privilegiato a case a buon mercato, posti all’università, contratti governativi e affari con le società quotate in borsa.
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