Il partito nazionalista indù (Bjp) ha perso anche a causa delle violenze in Orissa
Mumbai (AsiaNews) – Il grande sconfitto delle elezioni in India è il Bjp (Bharatiya Janata Party) e la ragione sembra proprio essere il fatto che esso abbia voluto sfruttare, come in passato, le lotte interetniche e religiose (come in Orissa) quale trampolino di lancio per il suo potere. Dopo la pubblicazione dei risultati elettorali, il segretario generale del Bjp, Arun Jaitley ha dovuto riconoscere che “anche paragonando i nostri risultati nelle elezioni del 2004 [in cui hanno perso], il numero dei seggi è ancora diminuito” da 138 a 116. C’è stata anche una diminuzione del 4 o 5 per cento di parte dell’elettorato paragonato all’ultima elezione parlamentare (Lok Sabha, 2004). Questo fatto dovrebbe provocare all’interno del partito un ripensamento riguardo la direzione da prendere.
Uno dei giornali più diffusi, The Times of India, ha pubblicato un articolo di fondo in cui dice chiaramente: “Il vecchio sotterfugio di provocare disordini tra comunità religiose in modo da polarizzare l’elettorato, una formula a cui il Bjp sembra si sia attenuto fino al 2008 con i disordini contro i cristiani in Orissa, è destinato a far diminuire i voti alle elezioni”.
Le altre due ragioni riportate dai giornali come causa dell’insuccesso del BJP sono anzitutto l’aver lanciato Narendra Modi [chief minister del Gujarat –ndr], di cattiva fama per i disordini contro i musulmani in Gujarat nel 2002, quale possibile candidato primo ministro. In secondo luogo, non aver condannato, ma solo preso le distanze dalle affermazioni di Arun Gandhi [membro del Bjp, come sua Madre, Maneka, e cugino di Rahul Gandhi, figlio di Sonia] quando ha affermato che egli “taglierà tutte le mani che minacceranno gli Hindu”.
“Le critiche espresse all’interno del Bjp – continua il Times of India - indicano che essi [i membri del partito nazionalista estremista] stanno perdendo popolarità in mezzo alla gioventù ed alla classe media nelle città, due segmenti in cui prima erano forti e che ora rappresentano l’India emergente del 21mo secolo. Per ricollegarsi con questi due segmenti e disegnare una nuova strategia vincente, il partito deve concentrarsi sul futuro, più che rimanere ossessionato del passato. Questo e’ un nuovo secolo in cui distruggere una vecchia moschea per costruirci un nuovo tempio difficilmente entra in un programma di partito. L’India ha fatto un drammatico cambiamento del 1992 al 2009”.
Nel 1992 il reddito per persona era di 6.100 Rupie, mentre ora e’ di 38.084 (Un Euro = 65 Rupie). L’alfabetizzazione e’ salita dal 52% al 68%
“Come può il BJP riorientarsi?” si chiede il fondo del The Times of India.
“Può farlo cercando d’identificare e riempire la lacuna nello scenario politico indiano, la mancanza di un partito di centro-destra che parla il linguaggio delle riforme e sfrutta il processo di globalizzazione per espandere la classe media. Ma questo sarà incompatibile con l’idea di una nazione Hindu [Hindu Rashtra]. L’Hindu Rashtra può essere sostituita con un forte appello nazionalistico, che avrebbe una risonanza più grande attraverso la nazione”.
Il giornale conclude dicendo che il Bjp deve “tagliare i legami con la destra estrema” cioè con la Rashtriya Swayamsevak Sangh, la Vishwa Hindu Parishad, Bajarang Dal e tutta la cosiddetta Sangh Parivar (famiglia) [associazioni di militanti induisti, alla base delle violenze contro cristiani e musulmani – ndr]. Ma fin tanto che il partito continua a reclutare i suoi leader in mezzo ai predicatori (pracharak) della Rss, gli sarà impossibile tagliare il suo cordone ombelicale.
23/04/2018 08:31
19/10/2022 13:09