22/12/2010, 00.00
IRAQ
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Il parlamento irakeno vota il nuovo governo. Timori per interessi settari

Approvati solo 29 ministeri su 42. Le cariche suddivise fra sciiti, sunniti e curdi. Ad Allawi va la presidenza del Consiglio nazionale per le politiche strategiche, le cui funzioni non sono chiare. Insoddisfatto, ma realista, il premier al-Maliki. Fonti di AsiaNews: Poche speranze che questi ministri lavorino per il Paese e non per il loro gruppo.
Baghdad (AsiaNews) – Dopo un’attesa di ben nove mesi, il parlamento irakeno ha approvato un nuovo governo che rispecchia le varie fazioni etniche del Paese. Il premier al-Maliki è cosciente della scelta insoddisfacente, mentre alcune fonti di AsiaNews temono un frazionamento settario del lavoro del nuovo gabinetto.
 
Nella speciale seduta di ieri, il parlamento ha approvato per ora il primo ministro, nella persona di al-Maliki, e 29 ministeri. Egli doveva presentare 42 ministri, ma non vi è stato accordo per gli altri. In particolare restano scoperti i tre ministeri “della sicurezza”: gli interni, la difesa e la sicurezza nazionale.
 
Fra le nomine più importanti, vi sono quelli dei vice-premier (Hussein al-Shahristani, sciita; Saleh al-Mutlaq, sunnita); del ministro del petrolio (Abdul Karim al-Luaibi, sciita); del ministro delle finanze (Rafi al-Issawi, sunnita); del ministro degli esteri (Hoshyar Zebari, curdo). L’ex premier Iyad Allawi, il cui gruppo laico al-Iraqiyah aveva vinto le elezioni, ma non è riuscito a comporre una maggioranza stabile, è divenuto capo di un nuovo organismo, il Consiglio nazionale per le politiche strategiche. Esso dovrebbe presiedere alla politica estera e della sicurezza, ma non è chiaro quanto potere potrà avere.
 
In un discorso prima del voto, al-Maliki ha riconosciuto che il nuovo governo forse “non soddisfa le aspirazioni dei cittadini, né i blocchi politici, né la mia ambizione o quella di altri…Ma questo è ciò che abbiamo”.
 
Fonti di AsiaNews definiscono il governo “un parto cesareo” perché nato dopo mesi di diatribe e di inconcludenza. Fa specie il fatto che nella lunga lista di 42 ministri c'è solo una donna nessuna donna e che le personalità nominate non siano preparate dal punto di vista professionale. “Il popolo iracheno che ha sofferto durante questi 7 anni di magra, si aspettava meno ministri, più esperti che settari”. Il timore è che la fedeltà di tali ministri vada più al partito che alla patria.
 
Vi sono però alcuni che esprimono speranza: “la speranza c’è, ma è fragile”.
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