Il papa firma l'Esortazione apostolica sul Medio oriente, atto di fede nella vittoria della Croce
Harissa (AsiaNews) - La basilica greco-melkita di St Paul, sulla montagna di Harissa, è lo scenario perfetto per la firma da parte del papa dell'Esortazione apostolica, frutto del lavoro svolto nel Sinodo per le Chiese del Medio oriente, tenutosi nell'ottobre 2010. Le grandi volte e i mosaici bizantini infiammano le pareti, mentre il coro dei monaci accompagna l'entrata del pontefice che con in pugno una croce bizantina, benedice le ali di sacerdoti, monaci e monache, andando a sedersi davanti all'iconostasi, accompagnato dai patriarchi e dai vescovi di tutto il Medio oriente. L'Esortazione è destinata anche ad aprire ponti con gli ebrei e con i musulmani. Quasi a sottolineare questa destinazione ecumenica, alla cerimonia sono presenti anche un dignitario sunnita, uno sciita, un druso, oltre al presidente della repubblica libanese e personalità politiche e della cultura. Subito dopo Sua Beatitudine Gregorios III Laham, patriarca di Antiochia dei greco-melkiti cattolici, gli rivolge parole di benvenuto, mescolando lingua araba, tedesca, italiana, francese, un segno del tradizionale cosmopolitismo libanese.
Dopo l'intervento introduttivo del segretario del Sinodo, mons, Nikola Eterović, e alcuni riti di preghiera, Benedetto XVI prende la parola e ringrazia tutti: cristiani cattolici e ortodossi, musulmani, drusi, rappresentanti della società civile. "La vostra presenza - dice - solennizza la firma dell'Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente, e testimonia che questo documento, destinato certamente alla Chiesa universale, riveste un'importanza particolare per l'intero Medio Oriente".
Il papa prende spunto dalla festa odierna, l'Esaltazione della Santa Croce, nata proprio in oriente, per celebrare la basilica della resurrezione fatta costruire da Costantino il Grande sul luogo del Golgota e del sepolcro di Cristo: "Mi sembra che l'Esortazione post-sinodale possa essere letta ed interpretata alla luce della festa dell'Esaltazione della Santa Croce, e più particolarmente alla luce del monogramma di Cristo, il X (chi) e il P (ro), le due prime lettere della parola Christos. Una tale lettura conduce ad un'autentica riscoperta dell'identità del battezzato e della Chiesa, e costituisce al tempo stesso come un appello alla testimonianza nella e mediante la comunione. La comunione e la testimonianza cristiane non sono infatti fondate sul Mistero pasquale, sulla crocifissione, la morte e la risurrezione di Cristo?".
La difficile situazione del Medio oriente, dopo la primavera araba; la guerra civile in Siria; le tensioni e le violenze scoppiate in questi giorni a proposito di un film anti-islamico e blasfemo su Maometto; la diffusa cristianofobia; l'esodo dei cristiani farebbero pensare alla possibilità di un affronto sociologico e politico. Il papa invece spiazza tutti e propone l'Esortazione come un modo per "ripensare il presente per considerare il futuro con lo stesso sguardo di Cristo", "una via per ritrovare l'essenziale".
Tale "essenziale" è "la sequela Christi, in un contesto difficile e talvolta doloroso, un contesto che potrebbe far nascere la tentazione di ignorare o dimenticare la Croce gloriosa. E' proprio adesso che bisogna celebrare la vittoria dell'amore sull'odio, del perdono sulla vendetta, del servizio sul dominio, dell'umiltà sull'orgoglio, dell'unità sulla divisione".
Egli spiega che è proprio la difficile situazione del Medio oriente a richiedere questa modalità nuova e profonda di affrontare i problemi.
"Considerando la situazione attuale delle Chiese nel Medio Oriente, i Padri sinodali hanno potuto riflettere sulle gioie e le pene, i timori e le speranze dei discepoli di Cristo che vivono in questi luoghi. Tutta la Chiesa ha potuto così ascoltare il grido ansioso e percepire lo sguardo disperato di tanti uomini e donne che si trovano in situazioni umane e materiali ardue, che vivono forti tensioni nella paura e nell'inquietudine, e che vogliono seguire Cristo - Colui che dà senso alla loro esistenza - ma che ne sono spesso impediti". Allo stesso tempo, il pontefice ricorda "il coraggio della fede" in Dio dei cristiani di queste terre, "la fiamma del suo amore infinito che voi continuate a mantenere viva e ardente".
"Alla luce della festa odierna - continua - e in vista di una fruttuosa applicazione dell'Esortazione, vi invito tutti a non avere paura, a rimanere nella verità e a coltivare la purezza della fede. Questo è il linguaggio della Croce gloriosa! Questa è la follia della Croce: quella di saper convertire le nostre sofferenze in grido d'amore verso Dio e di misericordia verso il prossimo; quella di saper anche trasformare degli esseri attaccati e feriti nella loro fede e nella loro identità, in vasi d'argilla pronti ad essere colmati dall'abbondanza dei doni divini più preziosi dell'oro (cfr 2 Cor 4,7-18)".
"Ecclesia in Medio Oriente - aggiunge il papa - offre elementi che possono aiutare per un esame di coscienza personale e comunitario, per una valutazione obiettiva dell'impegno e del desiderio di santità di ogni discepolo di Cristo".
La fede dei cristiani deve giungere fino a compiere "atti concreti che configurano sempre più a Cristo, atti che aiutano le diverse Chiese a riflettere la bellezza della prima comunità dei credenti (cfr At 2,41-47; Seconda parte dell'Esortazione); atti simili a quelli dell'imperatore Costantino che ha saputo testimoniare e far uscire i cristiani dalla discriminazione per permettere loro di vivere apertamente e liberamente la loro fede nel Cristo crocifisso, morto e risorto per la salvezza di tutti".
"L'Esortazione - afferma ancora - apre all'autentico dialogo interreligioso basato sulla fede in Dio Uno e Creatore. Essa vuole anche contribuire a un ecumenismo pieno di fervore umano, spirituale e caritativo, nella verità e nell'amore evangelici, che attinge forza dal comandamento del Risorto: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20)".
"In tutte le sue parti, l'Esortazione vorrebbe aiutare ciascun discepolo del Signore a vivere pienamente e a trasmettere realmente ciò che è diventato attraverso il Battesimo: un figlio della Luce, un essere illuminato da Dio, una lampada nuova nell'oscurità inquietante del mondo affinché dalle tenebre facciano risplendere la luce (cfr Gv 1,4-5 e 2 Cor 4,1-6). Questo documento vuole contribuire a spogliare la fede da ciò che la imbruttisce, da tutto ciò che può offuscare lo splendore della luce di Cristo".
Ricordando ancora una volta Costantino il Grande e la visione della croce che gli prometteva vittoria, Benedetto XVI conclude: "«Non temere, piccolo gregge» (Lc 12,32) e ricordati della promessa fatta a Costantino: «In questo segno, tu vincerai!». Chiese in Medio Oriente, non temete, perché il Signore è veramente con voi fino alla fine del mondo! Non temete, perché la Chiesa universale vi accompagna con la sua vicinanza umana e spirituale! È con questi sentimenti di speranza e di incoraggiamento a essere protagonisti attivi della fede attraverso la comunione e la testimonianza, che domenica consegnerò l'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente ai miei venerati Fratelli Patriarchi, Arcivescovi e Vescovi, a tutti i sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi e ai fedeli laici. «Abbiate coraggio» (Gv 16,33)! Per intercessione della Vergine Maria, la Theotokos, invoco con grande affetto l'abbondanza dei doni divini su voi tutti! Possa Dio concedere a tutti i popoli del Medio Oriente di vivere nella pace, nella fraternità e nella libertà religiosa! Dio vi benedica tutti! (Lè yo barèk al-Rab jami'a kôm!)".