Il nuovo presidente mongolo è Elbegdorj, sconfitto il presidente uscente comunista
Ulaan Baatar (AsiaNews/Agenzie) – Tsakhiaglin Elbegdorj, leader del Partito democratico, ha vinto le elezioni di ieri per la presidenza della Mongolia. Anche se mancano ancora i dati ufficiali, la vittoria è stata salutata come certa dalla televisione di Stato MNB e dai media nazionali. Il presidente uscente Nambaryn Enkhbayar, leader dell’ex Partito comunista, ha ammesso “una stretta” sconfitta e ha già annunciato che rispetterà la volontà degli elettori.
Il gruppo privato mongolo Citizens for Justice ha fornito una proiezione del 53,7% dei voti per Elbegdorj. Questi, già due volte primo ministro, ha fondato la sua campagna sulla lotta alla corruzione e la ripresa economica. I suoi sostenitori parlano del sorgere di “un nuovo mattino”, dopo la sconfitta del leader dell’ex Partito comunista. I due principali partiti sono, comunque, alleati nella coalizione di governo, per cui perseguono politiche simili.
Ma il vero nodo della campagna elettorale è stata la destinazione delle ricche miniere di uranio e metalli, di cui il Paese è ricco e con il cui sfruttamento spera di superare le attuali difficoltà economiche, con una diffusa disoccupazione, un salario mensile medio di circa 143 euro e oltre un terzo della popolazione al di sotto della soglia di povertà. La Mongolia, stretta tra Russia e Cina, da tempo si rivolge anche ad altri Stati, come Usa e Giappone, per lo sfruttamento delle sue risorse.
Il voto si è svolto in modo tranquillo e senza problemi, sotto il controllo di 27 gruppi di osservatori internazionali, smentendo i timori di disordini, dopo che il voto parlamentare del luglio 2008 sfociò in tumulti di piazza per la denuncia di presunti brogli elettorali, con 5 morti e centinaia di feriti e giorni di guerriglia urbana. Per prevenire brogli, i circa 1,6 milioni di votanti sono stati per la prima volta muniti di speciali tessere elettorali da mostrare per votare. In molte zone remote, i votanti hanno dovuto viaggiare per decine di chilometri a cavallo o in motocicletta per raggiungere il seggio.