Il nuovo governo palestinese atteso alla prova dei fatti
Gaza (AsiaNews/Agenzie) – Accoglienza nel mondo islamico, chiusura di Israele, giudizio sospeso da parte di Stati Uniti e Unione Europea nei confronti del nuovo governo palestinese di unità nazionale, sostanzialmente atteso alla prova dei fatti: a non convincere, in particolare, l’affermazione del premier Haniyeh sul “diritto di resistenza”, considerata equivoca nei confronti del rifiuto della violenza. Il no alla violenza è una delle richieste avanzate dal Quartetto (Onu, Usa, Ue e Russia) per togliere il blocco degli aiuti economici ai palestinesi, deciso dopo la vittoria elettorale di Hamas, nel gennaio 2006, movimento definito terrorista da Stati Uniti ed Europa.
“Dobbiamo dire – ha sostenuto Javier Solana, alto rappresentante della Unione per la politica estera – che il governo palestinese non risponde pienamente ai principi del Quartetto” che, oltre al rifiuto della violenza, chiedono il riconoscimento di Israele e l’accettazione degli accordi già intercorsi tra Olp e Stato ebraico. “Ma – ha aggiunto Soana – ciò che fanno è più importante di ciò che dicono”. E’ tale affermazione ad essere vista come una sospensione del giudizio. Per ora, il commissario europeo ai Rapporti esteri, Benita Ferrero-Waldner ha fatto sapere che l’Ue ha deciso di applicare per 90 giorni un meccanismo che consente assistenza umanitaria ai palestinesi. “Io non parlerei di 90 giorni e non fisserei date”, ha detto da parte sua il portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack. “Continueremo a tenere d’occhio ciò che fanno e ciò che dicono, nella speranza che finiranno per accettare i tre principi del Quartetto”. McCormack ha peraltro confermato che per ora gli Stati Uniti non avranno rapporti con i ministri di Hamas. “Non voglio tentare di interpretare il senso dell’espressione ‘diritto alla resistenza’ – ha sottolineato il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice – ma devo dire che non suona molto bene quando si parla di resistenza in tutte le sue forme”.
Conferma dell’atteggiamento statunitense,viene dall’incontro avvenuto oggi tra il console americano a Gerusalemme, Jacob Walles, ed il nuovo ministro palestinese delle finanze, Salam Fayyad, un indipendente indicato da Fatah, ex alto funzionario del Fondo monetario, che ha studiato e lavorato negli Usa.
Una formale e piena apertura di credito verso il governo palestinese è invece venuta dalla Norvegia. Ieri il viceministro agli Esteri di Oslo, Raymond Johansen, ha incontrato il premier Haniyeh.
Ciò a provocato l’immediata reazione del governo israeliano che continua ad usare per l’esecutivo di Haniyeh l’appellativo di terrorista. Il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha cancellato oggi l’incontro con Johansen. ”Le personalità internazionali che hanno incontri con funzionari di Hamas – ha commentato il portavoce del ministero, Mark Regev – non vengono ricevuti per incontri con funzionari israeliani”.