09/10/2024, 13.58
VATICANO-INDIA
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Il nuovo cardinale del Kerala e la spaccatura tra i siro-malabaresi

di Nirmala Carvalho

La scelta di Francesco di assegnare la porpora a mons. George Koovakkad - 51 anni, suo collaboratore nell'organizzazione dei viaggi papali - e non al nuovo arcivescovo maggiore Thattil, fa sì che tra qualche mese questo sacerdote che lavora in Vaticano sarà l'unico cardinale elettore di questa Chiesa di rito orientale, profondamente divisa negli ultimi anni dallo scontro sulla liturgia. Una ferita che resta aperta. 

Mumbai (AsiaNews) – Tra le scelte dei 21 nuovi cardinali annunciati domenica da papa Francesco una delle più sorprendenti ha riguardato l’India, con la porpora a mons. George Koovakkad, stretto collaboratore del pontefice che dal 2020 si occupa dell’organizzazione dei viaggi papali, dopo aver prestato per alcuni anni il suo servizio nella diplomazia vaticana. Koovakkad, che ha 51 anni, è originario di Thiruvananthapuram, la capitale del Kerala, ed è un sacerdote siro-malabarese dell’arcidiocesi di Changanacherry.

Già altre volte era capitato che un pontefice assegnasse la porpora all’organizzatore dei viaggi papali, ma finora era sempre avvenuto come omaggio a presuli che avevano terminato questo servizio ed erano molto vicini agli 80 anni, l’età in cui un cardinale perde il diritto di partecipare a un conclave. Questa volta, invece, il nuovo porporato diventerà uno dei più giovani del collegio cardinalizio e svolge tuttora il suo compito a fianco di papa Francesco. Inoltre nel giro di pochi mesi sarà l’unico rappresentante tra i cardinali elettori della Chiesa siro-malabarese, la più numerosa comunità cattolica di rito orientale in India, che ha il suo cuore nel Kerala. Il prossimo 19 aprile, infatti, l’arcivescovo maggiore emerito George Alencherry compirà 80 anni, mentre il suo successore Raphael Thattil - eletto nello scorso mese di gennaio dal Sinodo di questa Chiesa profondamente divisa in questi ultimi anni dallo scontro sulla liturgia – non è stato inserito da Francesco tra i nuovi cardinali.

Commentando la nomina di Koovakkad l’arcivescovo maggiore Thattil ha dichiarato che la Chiesa siro-malabarese “è orgogliosa per questo suo figlio fedele”. Mentre l'arcivescovo eletto di Changanacherry, mons. Thomas Tharayil, in un messaggio, ha scritto che l'arcidiocesi di origine è “estremamente grata al Signore per questo momento”. Sottolineando come l'elevazione di un sacerdote a cardinale sia “insolita, almeno nella storia della Chiesa indiana” il presule ha aggiunto che Koovakkad lo merita perché “è un uomo di integrità spirituale e di lealtà alla Chiesa”. Il nuovo porporato, conclude, sarà “una presenza dinamica nella Chiesa ecumenica”.

Al di là dei commenti ufficiali, tra i fedeli siro-malabaresi domina l’idea che la scelta compiuta da papa Francesco creando cardinale un sacerdote come Koovakkad sia anche legata alle divisioni che restano profonde all’interno della Chiesa siro-malabarese. “Tradizionalmente è l'arcivescovo maggiore a ottenere il cardinalato - ricorda ad AsiaNews una fonte dell’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly, la più grande delle diocesi che seguono questo rito -. Il primo cardinale del Kerala fu l'arcivescovo Joseph Parecattil (1912-1987), allora capo del Consiglio episcopale siro-malabarese. Da allora tutti e tre gli arcivescovi maggiori della Chiesa siro-malabarese sono stati nominate cardinali. Oggi però lo scenario della Chiesa siro-malabarese è molto problematico. Sebbene Papa Francesco abbia detto ai vescovi siro-malabaresi che qualsiasi tentativo di uniformità nella liturgia non deve danneggiare l'unità della Chiesa, la decisione sulla celebrazione della Sacra Qurbana (la forma siro-malabarese della celebrazione eucaristica che dovrebbe ora essere celebrata da tutti i sacerdoti metà verso rivolti il popolo e metà verso l’altare ndr), ha rotto l'unità del Sinodo. I fedeli e i sacerdoti dell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly si sono opposti a questa decisione, accusando il Sinodo di violare la procedura stessa per prendere una decisione liturgica”.

La modalità uniforme di celebrazione è entrata in vigore ufficialmente nel novembre 2021, ma lo scontro è proseguito fino a oggi. “Nell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly regna il caos - continua la fonte locale -. Nel 2021 l'arcivescovo amministratore maggiore Antony Kariyil si era schierato a favore dei sacerdoti e dei fedeli, ma è stato costretto a dimettersi dal Sinodo. L'amministratore apostolico Andrews Thazhath ha poi cercato di attuare la decisione con il pugno di ferro e con l'aiuto delle forze di polizia, ma è stato un fiasco totale. A lui è seguito il delegato del pontefice (l’arcivescovo slovacco Cyril Vasil ndr), ma non ha potuto fare nulla. Al cardinale George Alenchery, arcivescovo maggiore, il Vaticano ha chiesto di dimettersi, mentre cinque dei vescovi sinodali hanno espresso pubblicamente la loro divergenza di opinioni sullo scontro intorno alla liturgia”.

“Questa disputa è stata la chiave di volta anche per l’elezione del nuovo arcivescovo maggiore - conclude questa voce da Ernakulam-Angamaly -. Il primo compito affidato Raphael Thattil è stato quello di attuare la decisione sinodale nell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly. Di fronte però al muro contro muro ha cercato un percorso di dialogo con i sacerdoti e i fedeli dell'arcidiocesi; questo però ha scontentato il gruppo più forte all’interno del Sinodo”. Di qui, dunque, la scelta di dare ai fedeli della Chiesa siro-malabarese un nuovo cardinale estraneo a questo conflitto.

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