Il nucleare riporta New Delhi al centro del mercato internazionale
Mosca (AsiaNews/Agenzie) – L'India sembra intenzionata a essere una seria “amica” della Russia. Negli ultimi sei mesi il premier Manmohan Singh si è recato per ben tre volte in visita ufficiale al Cremlino con la sua delegazione. L’ultima occasione è quella dello scorso 7 dicembre: in questa occasione i due Paesi hanno varato un importante accordo di cooperazione sullo sfruttamento pacifico dell’energia nucleare. Il numero uno dell'agenzia atomica russa, Sergei Kiriyenko, ha rivelato che l'accordo consentirà la costruzione di numerose centrali nucleari in India da parte di Rosatom.
L'accordo con la Russia è il primo (escluso quello con gli Usa) dopo la lunga battaglia, condotta da Washington e Delhi, perché l'India fosse esonerata dalle norme internazionali sulla non-proliferazione, che da oltre tre decenni impedivano la vendita all'India di combustibili e tecnologia nucleari. Queste norme erano state adottate proprio perché New Delhi aveva usato le tecnologie nucleari a lei fornite per "scopi pacifici" per fabbricarsi armi nucleari. In seguito al test nucleare indiano del 1974, è stato costituito il Nuclear Suppliers Group (NSG, Gruppo internazionale dei fornitori nucleari, con 45 Stati membri, fra cui l'Italia). E proprio questo gruppo, l'anno scorso ha cancellato il bando all'India sull'importazione di tecnologia nucleare.
Dopo tre anni di dibattiti a Washington, Delhi e Vienna, nell'ottobre 2008 il senato americano aveva approvato l’accordo di cooperazione nucleare civile con l'India, secondo cui Washington fornirà tecnologie e carburante a New Delhi per una ventina di centrali nucleari civili. In cambio l’India garantirà circa 70 miliardi di dollari in scambi commerciali con le imprese Usa.
La Russia non è rimasta a guardare a lungo. Al momento sono pochi i dettagli forniti sull'accordo di cooperazione nucleare siglato il 7 dicembre scorso: Rosatom costruirà altri 4 reattori per la centrale nucleare di Kundankulam in Tamil Nadu, già simbolo della collaborazione tra i due Paesi (il primo reattore dovrebbe essere avviato già all'inizio del 2010); verranno avviati i lavori per una nuova centrale in West Bengal dove Rosatom dovrebbe occuparsi della costruzione di quattro su sei reattori programmati nel giro di 10-15 anni.L’accordo, valido dal 2011 al 2020, avrà un valore di decine di miliardi di dollari e, oltre al nucleare, prevede la vendita alla Russia di hardware militare in dotazione all’India. È probabile che la simbiosi si completi pure su altri campi, dato l’interesse di New Delhi nella ricerca spaziale, le telecomunicazioni, i mercati di diamanti grezzi e prodotti farmaceutici.
Al momento il nucleare fornisce all'India meno del 3% di elettricità; nel 2050, a pieno regime, la quota dovrebbe arrivare fino al 25%. Nonostante le critiche di ambientalisti e di gruppi pacifisti, con quella che ormai gli analisti chiamano la “diplomazia dei reattori”, Singh ha riportato l’India più che mai al centro dello scacchiere internazionale. A causa della crisi petrolifera il mercato nucleare diventa infatti sempre più appetibile. E ora anche la Francia, vero rivale per Mosca sul mercato del nucleare indiano, aspetta il suo momento.