Il nepalese Yadav in Qatar per ricucire gli strappi con la comunità islamica
di Kalpit Parajuli
La visita avviene dopo l’omicidio del leader islamico nepalese Faizan Ahmed. Fra gli obiettivi del viaggio stabilire nuovi accordi economici e discutere il trattamento dei migranti nepalesi.
Kathmandu (AsiaNews) – Il presidente Ram Barab Yadav è in Qatar a sei anni dalla crollo della monarchia indù. Egli è il primo presidente nepalese in visita ufficiale nell’emirato dall’apertura delle relazioni diplomatiche fra i due Stati nel 1977. La visita terminerà il prossimo 13 ottobre e serve per stabilire nuovi accordi sul turismo, migliorare le condizioni di lavoro delle migliaia di migranti nepalesi residente nell’emirato, ma anche per ricucire i rapporti con la comunità islamica del Nepal.
Secondo gli analisti il presidente incontrerà alcuni leader islamici per dare un segnale positivo ai musulmani nepalesi dopo l’omicidio di Faizan Ahmed, segretario generale della Federazione islamica nepalese, ucciso da ignoti all’uscita di una moschea.
Dalla sua elezione, i musulmani accusano il presidente di essere troppo compromesso con la maggioranza indù, che riceve fondi dallo Stato e trattamenti speciali dalle istituzioni. Nonostante la proclamazione dello Stato laico e la difesa della libertà religiosa, in questi anni Yadav non ha mai nascosto la sua fede, andando più volte in visita ufficiale ai principali templi indù del Paese.
Di recente i membri della Federazione islamica hanno denunciato soprusi da parte della polizia. Gli agenti invece di indagare nei ranghi dell’estremismo indù hanno preferito concentrare le indagini del caso Faizan solo all’interno dell’organizzazione, interrogando i suoi membri non come parte lesa, ma come possibili mandanti ed esecutori dell’omicidio. Nelle indagini non vi è alcun accenno a un possibile coinvolgimento dei partiti radicali indù già protagonisti nel 2008 di attacchi contro la comunità musulmana nepalese.
Nei giorni scorsi le principali organizzazioni islamiche del Nepal hanno annunciato una grande manifestazione di protesta per il 14 ottobre. Alcuni leader hanno minacciato azioni violente se il governo non darà il via ad indagini più accurate e non provvederà a risarcire la famiglia dell’ucciso.
Secondo gli analisti il presidente incontrerà alcuni leader islamici per dare un segnale positivo ai musulmani nepalesi dopo l’omicidio di Faizan Ahmed, segretario generale della Federazione islamica nepalese, ucciso da ignoti all’uscita di una moschea.
Dalla sua elezione, i musulmani accusano il presidente di essere troppo compromesso con la maggioranza indù, che riceve fondi dallo Stato e trattamenti speciali dalle istituzioni. Nonostante la proclamazione dello Stato laico e la difesa della libertà religiosa, in questi anni Yadav non ha mai nascosto la sua fede, andando più volte in visita ufficiale ai principali templi indù del Paese.
Di recente i membri della Federazione islamica hanno denunciato soprusi da parte della polizia. Gli agenti invece di indagare nei ranghi dell’estremismo indù hanno preferito concentrare le indagini del caso Faizan solo all’interno dell’organizzazione, interrogando i suoi membri non come parte lesa, ma come possibili mandanti ed esecutori dell’omicidio. Nelle indagini non vi è alcun accenno a un possibile coinvolgimento dei partiti radicali indù già protagonisti nel 2008 di attacchi contro la comunità musulmana nepalese.
Nei giorni scorsi le principali organizzazioni islamiche del Nepal hanno annunciato una grande manifestazione di protesta per il 14 ottobre. Alcuni leader hanno minacciato azioni violente se il governo non darà il via ad indagini più accurate e non provvederà a risarcire la famiglia dell’ucciso.
Vedi anche