Il miracolo di Taom, villaggio cristiano rinato dopo 40 anni di persecuzione e abbandono
Distante ore di cammino dalla città di Siem Rap, il villaggio deve la sua vita a 30 persone incuriosite dal cristianesimo. In tre anni ripresa la messa domenicale e ripristinata la chiesa neogotica, stalla per oltre 40 anni. P. Winarta gesuita indonesiano racconta la storia della piccola comunità, esempio di fede nonostante la povertà e l’isolamento.
Phnom Penh (AsiaNews) – Raggiungibile dalla città di Siem Rap dopo ore di strada fangosa, la comunità cattolica di Taom (diocesi di Battambang, Angkor Wat) vive solo grazie alla fervente attività dei 29 fedeli e all’aiuto di due missionari gesuiti indonesiani. In questi giorni, AsiaNews ha visitato il piccolo e poverissimo villaggio rinato nel 2010 grazie al battesimo di 30 locali, dopo 40 anni di oblio e decadenza.
P. Stephanus Winarta sj, indonesiano di Java responsabile della parrocchia di S. John a Siem Reap, segue da alcuni anni la giovane comunità. Egli racconta che prima del suo arrivo non c’erano cattolici a Taom. La chiesa parrocchiale di Santa Maria, costruita a inizio novecento dai francesi era ridotta a un rudere durante il regime dei Khmer rossi, e utilizzata dagli abitanti come abitazione o stalla. “Poi un giorno – afferma il sacerdote - è accaduto il miracolo e alcuni locali persone hanno chiesto il battesimo”. In tre anni, 30 persone si sono avvicinate alla fede cattolica, partecipando al corso di catechismo organizzato da p. Heribertus Bratasudarma, gesuita indonesiano da 11 anni in Cambogia. Nel 2010 il vescovo di Battambang li ha battezzati e ora sono loro a guidare i gesti della comunità.
P. Winarta racconta di essere stato travolto dal loro entusiasmo. In pochi mesi essi hanno liberato la vecchia chiesa e chiesto al giovane gesuita di officiare ogni settimana la messa. Al suono della campana i cattolici terminano il lavoro nei campi per dirigersi verso la chiesa. Alla messa, animata con canti, partecipano anche alcuni abitanti dei villaggi vicini oltre a due volontari giapponesi del Centro sociale dei gesuiti, giunta a Taon per insegnare ai bambini a leggere e a scrivere e curare i malati. La rinascita spirituale del villaggio ha spinto p. Winarta a invitare mons. Giovanni D’Aniello, Nunzio apostolico per la Cambogia e il Laos a visitare la comunità.
A tutt’oggi la parrocchia di Siem Reap ha circa 500 fedeli. Di questi circa il 40% sono figli di vietnamiti emigrati in Cambogia altri sono volontari stranieri. In totale nel Paese vi sono circa 20mila cattolici (0,15% della popolazione). La Chiesa è retta grazie al lavoro di missionari stranieri e da 10 sacerdoti locali.
La Chiesa cambogiana sta rinascendo dagli anni ’90. Nel periodo dei Khmer rossi tutti i missionari stranieri sono stati espulsi; il personale locale – sacerdoti, suore e religiosi - è stato annientato dalle torture e dagli stenti. (M.H.)
P. Stephanus Winarta sj, indonesiano di Java responsabile della parrocchia di S. John a Siem Reap, segue da alcuni anni la giovane comunità. Egli racconta che prima del suo arrivo non c’erano cattolici a Taom. La chiesa parrocchiale di Santa Maria, costruita a inizio novecento dai francesi era ridotta a un rudere durante il regime dei Khmer rossi, e utilizzata dagli abitanti come abitazione o stalla. “Poi un giorno – afferma il sacerdote - è accaduto il miracolo e alcuni locali persone hanno chiesto il battesimo”. In tre anni, 30 persone si sono avvicinate alla fede cattolica, partecipando al corso di catechismo organizzato da p. Heribertus Bratasudarma, gesuita indonesiano da 11 anni in Cambogia. Nel 2010 il vescovo di Battambang li ha battezzati e ora sono loro a guidare i gesti della comunità.
P. Winarta racconta di essere stato travolto dal loro entusiasmo. In pochi mesi essi hanno liberato la vecchia chiesa e chiesto al giovane gesuita di officiare ogni settimana la messa. Al suono della campana i cattolici terminano il lavoro nei campi per dirigersi verso la chiesa. Alla messa, animata con canti, partecipano anche alcuni abitanti dei villaggi vicini oltre a due volontari giapponesi del Centro sociale dei gesuiti, giunta a Taon per insegnare ai bambini a leggere e a scrivere e curare i malati. La rinascita spirituale del villaggio ha spinto p. Winarta a invitare mons. Giovanni D’Aniello, Nunzio apostolico per la Cambogia e il Laos a visitare la comunità.
A tutt’oggi la parrocchia di Siem Reap ha circa 500 fedeli. Di questi circa il 40% sono figli di vietnamiti emigrati in Cambogia altri sono volontari stranieri. In totale nel Paese vi sono circa 20mila cattolici (0,15% della popolazione). La Chiesa è retta grazie al lavoro di missionari stranieri e da 10 sacerdoti locali.
La Chiesa cambogiana sta rinascendo dagli anni ’90. Nel periodo dei Khmer rossi tutti i missionari stranieri sono stati espulsi; il personale locale – sacerdoti, suore e religiosi - è stato annientato dalle torture e dagli stenti. (M.H.)
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