20/11/2007, 00.00
SRI LANKA
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Il governo vince la sua battaglia per il “budget di guerra”

di Melani Manel Perera
Ieri il Parlamento ha approvato il piano economico del presidente Rajapakse con fondi record alla Difesa. Ma la coalizione al potere si spacca, con il marxista JVP che vota contro. Causa della rottura: il capo di Stato intende formare un governo di unità nazionale, “comprando” parlamentari dall’opposizione.
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka ha approvato quello che gli analisti definiscono il “budget di guerra” per il 2008. Con 118 voti favorevoli, 102 contrari e due astenuti, ieri il Parlamento ha dato il via libera al piano economico proposto dal presidente Rajapakse, che stanzia fondi record per la Difesa.
 
Ma sulla questione finanziaria la coalizione al potere (UPFA) si è spaccata e all’orizzonte sembra profilarsi la formazione di un governo di unità nazionale. A favore del budget 2008 si sono espressi: Sri Lanka Freedom Party (SLFP), Sri Lanka Muslim Congress (SLMC), Ceylon Workers Congress(CWC), The United People's Front (UPF) e il Jathika Hela Urumaya (JHU). Contro, invece: lo United National Party (UNP, principale partito d’opposizione), Janatha Vimukthi Peramuna (JVP, membro della coalizione al governo e principale artefice del successo elettorale di Rajapkase), la Tamil National Alliance (TNA), una parte del SLFP e il WPF. I due astenuti sono membri del JVP e della UPFA.
 
Gli analisti notano che il governo ha accompagnato la presentazione e la lettura del budget con massicce operazioni militari nel nord e nell’est del Paese contro i ribelli tamil. Nel tentativo di convincere i parlamentari sulla necessità di più vasti fondi per finanziare l’esercito e “cancellare” così i separatisti delle Tigri. I fondi per la Difesa, ministero retto dallo stesso capo di Stato, sono saliti del 20 per cento rispetto al 2007 toccando 1,5 miliardi di dollari.
 
Il controverso budget 2008, con cui Colombo sembra escludere ormai del tutto ogni soluzione diplomatica al conflitto etnico, ha trovato l’opposizione anche di uno dei maggiori alleati del presidente, il partito marxista JVP. Principale motivo del voto sfavorevole è stato l’ipotesti ventilata da Rajapakse di formare grandi alleanze con altre realtà politiche in Parlamento. “Non siamo interessati ad appoggiare un governo che tende solo ad assicurarsi deputati con il denaro”, denuncia Anura Kumara Dissaayake, membro del JVP. Secondo fonti della segreteria del presidente, se il leader dell’opposizione Ranil Wickremasinghe accetterà la proposta, il Paese potrebbe essere guidato da un governo di unità nazionale fino alle prossime elezioni del 2010.
 
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