Il governo tenta di declassare i diplomi islamici
Chi ha studiato in una madrassah non può partecipare alla vita politica del Paese. Proteste politiche e popolari: 68 deputati musulmani rischiano la poltrona.
Islamabad (AsiaNews) – Il governo pakistano ha chiarito oggi alla Corte Suprema che i diplomi conseguiti presso le scuole islamiche (le madrassah) non equivalgono a quelli conseguiti presso le scuole statali, e quindi non è valida la candidatura politica di coloro che le hanno frequentate. La decisione ha scatenato enormi proteste politiche e popolari.
Il parere è stato consegnato ai giudici in merito alla decisione della Commissione elettorale pakistana, che nel luglio 2002 aveva equiparato i diplomi consentendo de facto la partecipazione degli studenti delle madrassah alla vita politica del Paese.
Secondo il vice procuratore generale Sardar Muhammad Ghazi, che ha parlato a nome del governo, “la Commissione per l’educazione ha accettato i diplomi islamici soltanto se finalizzati all’istruzione, non certo per la politica. Se vogliono l’equiparazione, gli studenti delle scuole islamiche devono superare altri due esami statali”.
Il presidente della Corte Suprema, Iftikhar Muhammad Chaudhry, ha chiesto subito dopo a Ghazi se “si rendeva conto delle implicazioni e delle ripercussioni di quella affermazione”. In risposta, il rappresentante di Islamabad ha affermato che quella “è la posizione del governo in materia”. La Corte si è poi riservata il diritto di emettere la sentenza nel corso della prossima settimana, ma la notizia è trapelata scatenando l’ira dei fondamentalisti islamici e dei Partiti musulmani.
Attualmente, infatti, 68 parlamentari posseggono soltanto il diploma islamico: fra questi, quasi tutti sono membri della Muttahida Majlis-e-Amal, la coalizione dei 6 Partiti islamici che compone il blocco d’opposizione al governo Musharraf.
Negli ultimi anni, le scuole islamiche nel Paese sono aumentate in maniera esponenziale: nella sola Lahore, il numero delle madrassah è salito da 22 a 37mila.
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