Il governo israeliano conferma il suo appoggio ad Ireneos I
In una lettera al patriarca deposto, il governo spiega che il suo successore, Theophilos III, non ha il riconoscimento ufficiale ed ha potuto presiedere alle cerimonie pasquali "solo per motivi di ordine pubblico".
Tel Aviv (AsiaNews) Il governo israeliano rimane determinato a riconoscere come come patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme Ireneos I, deposto dal Sinodo ortodosso.
In una mossa senza precedenti, Tzhai Hanegbi, presidente della Commissione ministeriale sul Patriarcato greco ha inviato una lettera ad Ireneos I riconfermando il suo riconoscimento. La lettera è stata resa pubblica dal quotidiano israeliano Haaretz.
Nel testo, Hanegbi spiega che la decisione del suo governo di permettere al nuovo patriarca, Theophilos III, di presiedere le cerimonie del Sabato santo all'interno del Santo Sepolcro è stata motivata esclusivamente da motivi di ordine pubblico e non implica alcun cambiamento nella posizione governativa ufficiale, che quindi rifiuta di riconoscere Theophilos come nuovo patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme.
Il governo di Israele è del tutto isolato in questa posizione. L'intero mondo ortodosso così come tutto il mondo cristiano ha riconosciuto la deposizione di Ireneos e l'elezione di Theophilos, e lo stesso hanno fatto quei governi che hanno il diritto legale di riconoscere o non riconoscere le elezioni patriarcali: la Giordania e l'Autorità palestinese.
La decisione di Israele ha delle conseguenze pratiche: essa infatti impedisce alle banche ed alle altre istituzioni con sede in Israele di riconoscere la firma di Theophilos sugli atti ufficiali. Il Patriarcato greco ha fatto ricorso alla Corte suprema israeliana ed ha accusato il governo di estorsione. Quest'ultimo, infatti, come la stampa israeliana ha spesso ripetuto, vorrebbe forzare l'attuale patriarca a legittimare la vendita di alcune importanti proprietà della chiesa di Gerusalemme compiuta da Ireneos a favore di organizzazioni di coloni israeliani.
E' stata proprio questa vendita che ha fornito al Sinodo del Patriarcato un valido motivo per deporre Ireneos, nonostante egli abbia sempre dichiarato che i documenti erano stati falsificati.