Il governo filippino vieta l’emigrazione verso 41 Paesi
Le ragioni del provvedimento i continui casi di sfruttamento e le situazioni di instabilità in molti Paesi, soprattutto in quelli arabi. Il divieto riguarda anche l’India, fra i principali partner economici di Manila.
Manila (AsiaNews/ Agenzie) – Il governo filippino mette al bando 41 Paesi meta dei lavoratori migranti per motivi di sicurezza e condizioni di lavoro. Fra gli Stati vi sono Afghanistan, Libia e Sudan, considerati ad alto rischio per motivi politici, India e Cambogia per i continui casi di sfruttamento dei migranti. L’elenco ha suscitato le critiche dei Paesi interessati e di molti politici filippini. Stati come l’India sono partner commerciali fondamentali per Manila. Nel primo trimestre del 2011 lo scambio commerciale con News Delhi ha superato il miliardo di dollari.
Secondo Alberto Del Rosario, segretario del Dipartimento filippino per gli affari esteri, la lista non vuole dare un giudizio di valore sugli Stati. Esse serve come punto di riferimento per tutte quelle agenzie governative interessate al miglioramento della sicurezza, del benessere e delle condizioni di lavoro dei cittadini filippini.
Per proteggere gli oltre 10milioni di migranti all’estero, il governo ha deciso di stringere accordi per l’immigrazione solo con gli Stati che rispettano i criteri della legge Ra 10022. Essa vincola l’invio di lavoratori migranti solo dove vi sono: leggi sociali che tutelano i lavoratori compresi quelli migranti, se lo Stato ospitante ha firmato convenzioni, dichiarazioni o risoluzioni relative alle tutela del lavoro anche per gli immigrati, oppure accordi bilaterali con il governo filippino.
Le Filippine sono il terzo Paese al mondo per numero di emigrati dopo Cina e India. Con la crisi economica globale il fenomeno è in costante aumento e ogni giorno lasciano il Paese circa duemila persone. Le mete preferite dai migranti restano Stati Uniti ed Europa dove risiedono le comunità filippine più numerose. Ma a tutt’oggi sono i Paesi arabi che vantano il maggior numero di preferenze, grazie alla continua richiesta di manodopera. Nel 2008 oltre 600mila filippini hanno scelto di recarsi in Medio oriente, nonostante i continui episodi di sfruttamento e persecuzione dei cristiani.
Secondo Alberto Del Rosario, segretario del Dipartimento filippino per gli affari esteri, la lista non vuole dare un giudizio di valore sugli Stati. Esse serve come punto di riferimento per tutte quelle agenzie governative interessate al miglioramento della sicurezza, del benessere e delle condizioni di lavoro dei cittadini filippini.
Per proteggere gli oltre 10milioni di migranti all’estero, il governo ha deciso di stringere accordi per l’immigrazione solo con gli Stati che rispettano i criteri della legge Ra 10022. Essa vincola l’invio di lavoratori migranti solo dove vi sono: leggi sociali che tutelano i lavoratori compresi quelli migranti, se lo Stato ospitante ha firmato convenzioni, dichiarazioni o risoluzioni relative alle tutela del lavoro anche per gli immigrati, oppure accordi bilaterali con il governo filippino.
Le Filippine sono il terzo Paese al mondo per numero di emigrati dopo Cina e India. Con la crisi economica globale il fenomeno è in costante aumento e ogni giorno lasciano il Paese circa duemila persone. Le mete preferite dai migranti restano Stati Uniti ed Europa dove risiedono le comunità filippine più numerose. Ma a tutt’oggi sono i Paesi arabi che vantano il maggior numero di preferenze, grazie alla continua richiesta di manodopera. Nel 2008 oltre 600mila filippini hanno scelto di recarsi in Medio oriente, nonostante i continui episodi di sfruttamento e persecuzione dei cristiani.
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