22/09/2009, 00.00
INDONESIA
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Il governo di Jakarta alle prese con la legge sulla lapidazione degli adulteri

di Mathias Hariyadi
La maggioranza della popolazione è contraria e così il governo nazionale. In generale per gli adulteri si preferisce mostrare in pubblico gli accusati perché abbiano vergogna di quanto fatto, o redarguirli in privato. Secondo la Commissione contro le violenze alle donne, la legge è contraria alla costituzione. Ma per gli studiosi islamici essa è radicata nella legge ai tempi del profeta Maometto. Per i governatori di Aceh la sharia è controproducente.

Jakarta (AsiaNews) – La legge sulla lapidazione degli adulteri, approvata nella regione di Aceh la scorsa settimana, potrebbe essere “revocata o sospesa” perché presenta molti “difetti legali”. Lo ha detto il ministro degli interni, l’ex generale Mardiyanto.

La legge, che commina la morte per lapidazione alla coppia di adulteri, è stata approvata a voce dal parlamento regionale, e porta la firma solo di una autorità locale e non, come richiesto, anche dal presidente del parlamento regionale. Mardiyanto ha anche fatto notare che tale legge sta creando molta insoddisfazione nella popolazione indonesiana, perché non in linea con “gli usi più comuni” del Paese, creando problemi alla sicurezza e all’unità della nazione. A questo proposito, Andi Mattalatta, ministro per i diritti umani, ha sottolineato che “la questione deve essere affrontata sulla base dell’interesse nazionale”. Secondo Mardiyanto, la legge sulla lapidazione potrebbe perfino frenare gli investimenti stranieri nella regione di Aceh, a maggioranza musulmana.

Sebbene l’Indonesia sia un Paese a larghissima maggioranza musulmana ( oltre l’86% della popolazione), la lapidazione (rajam) non è una pratica comune. Di solito gli adulteri sono solo mostrati in pubblico per provocare in loro sensi di colpa o vergogna. Ma anche questo avviene di rado: i moderni indonesiani preferiscono dialoghi a porte chiuse con gli adulteri, obbligandoli a non commettere più tali “crimini morali”.

Invece, la legge approvata ad Aceh stabilisce che gli adulteri sposati siano lapidati con 100 pietre, magari fino alla morte; quelli non sposati ricevano fino a 100 frustate. La legge prevede anche frustate per chi compie azioni omosessuali o pedofile e commina pene anche per i luoghi che facilitano tali pratiche illecite (hotel, bungalows, case in affitto e case per appuntamento). La legge è applicata sia a musulmani che a non musulmani.

La controversa legge è stata approvata dal parlamento di Aceh a poche settimane dalla fine della legislatura, da membri del partito Golkar e del partito islamico United Development Party. All’inizio di ottobre ci sarà una nuova legislatura ed è probabile che essi cambieranno tale legge.

La maggioranza dei nuovi parlamentari proviene dal Gam (Gerakan Aceh Merdeka, il movimento per la libertà di Aceh), la formazione guerrigliera che si è battuta per decenni per l’autonomia della regione di Aceh. Nel 2005 essi hanno firmato la pace con il governo indonesiano, ottenendo autonomia legislativa e finanziaria.

Parte del trattato di pace era anche il varo della sharia. Ma ormai molti membri del Gam pensano che le punizioni violente previste dalla legge islamica sono controproducenti. Nazar, vice-governatore di Aceh, afferma: “Il governo provinciale preferisce pene più educative alla lapidazione. Anche la legge sul taglio della mano ai ladri va rivista: se tante persone vengono lasciate con le mani amputate, le si condanna ad essere povere e a rubare ancora”. Mitigare la sharia è necessario perché altrimenti la gente penserà che “il governo è crudele contro la sua popolazione”.

Anche la Commissione nazionale sulle violenze contro le donne (Komnas Perempuan) si è schierata contro la legge. La direttrice della Commissione, Kamala Chandrakirana, ha detto che “il rajam è contro la nostra Costituzione”. Ma alcuni studiosi di diritto islamico affermano che “la lapidazione è parte della legge islamica che data dai tempi del profeta Maometto, anche se l’attuazione deve seguire criteri precisi. Asmawi MA – capo della Islamic Criminal Law and State Administration of Islamic Studies, presso l’università islamica Syarif Hidayatullah a Jakarta, afferma che per attuare la lapidazione occorre “determinare se la punizione è giustificata e che avvenga un processo, in cui l’accusa sia sostanziata da quattro testimoni”.

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