Il governo del Tamil Nadu offre la cittadinanza a 100mila rifugiati tamil
di Nirmala Carvalho
Lo Stato indiano, con la più alta densità di profughi dello Sri Lanka, ospita più di 73mila rifugiati in 115 campi e oltre 30mila al di fuori dei centri governativi. Il vescovo di Madurai: “Sino ad oggi la condizione di rifugiato ha impedito ai profughi di far parte a pieno di titolo della società indiana ostacolandone lo sviluppo ed i progressi”.
Mumbai (AsiaNews) - Il governo del Tamil Nadu offre la cittadinanza ai circa 100mila rifugiati dello Sri Lanka che da anni vivono nello Stato indiano. Ad annunciarlo è il Chief minister M Karunanidhi che ha già avanzato richiesta ufficiale alle autorità centrali di New Delhi perché i profughi tamil che lo desiderano possano diventare cittadini indiani a tutti gli effetti.
Per mons. Peter Fernando, vescovo di Madurai, la decisione di Karunanidhi è “estremamente significativa”. Parlando ad AsiaNews il prelato spiega che “sino ad oggi la condizione di rifugiato ha impedito agli oltre 100mila profughi di far parte a pieno di titolo della società indiana ostacolandone lo sviluppo ed il progresso”.
Il Tamil Nadu ospita più di 73mila rifugiati tamil in 115 campi profughi a cui vanno aggiunti gli oltre 30mila che vivono al di fuori dei centri gestiti dal governo. Essi sono arrivati in India fuggendo dalla guerra tra esercito e Tigri tamil finendo per rappresentare un corpo estraneo alla società del Tamil Nadu.
L’offerta avanzata dal governo dello Stato indiano giunge mentre i profughi tamil attraversano un momento di profonda incertezza sul loro futuro. La fine del conflitto, durato quasi 30 anni, aveva fatto sperare nella possibilità del loro ritorno a casa. Ma i tempi per il rientro in patria restano indefiniti. Il governo di Colombo infatti non è ancora stato capace di reinsediare nelle loro terre neppure gli oltre 250mila rifugiati che vivono nell’isola.
Mons. Fernando è preoccupato per gli Internally Displaced Peoples (IDPs) che “continuano a languire nei campi dello Sri Lanka”. Dall’isola giungono notizie di una situazione dei centri di accoglienza di giorno in giorno sempre più insostenibile.
Il 26 settembre, alle 6 di mattina, i militari hanno aperto il fuoco contro un gruppo di rifugiati che cercava di abbandonare il centro di Cheddiku'lam senza permesso. Sei i feriti, tra cui due donne e tre bambini. La società civile dello Sri Lanka da tempo accusa il governo di Colombo di aver reso i campi profughi delle prigioni.
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