Il governo birmano libera altri detenuti politici. Aung San Suu Kyi pronta al voto
di Yaung Ni Oo
Il provvedimento, esecutivo nei prossimi giorni, segue l’amnistia dell’ottobre scorso in cui sono stati rilasciati 200 prigionieri per “reati di opinione”. La leader dell’opposizione potrebbe partecipare alle prossime elezioni parlamentari suppletive, con in palio 40 seggi. Nei prossimi giorni il partito voterà la registrazione.
Yangon (AsiaNews) – Il governo birmano ha emanato un nuovo decreto di amnistia, che riguarderà anche una parte dei detenuti politici rinchiusi nelle carceri del Myanmar. La conferma arriva da alti funzionari e segue di poche settimane un provvedimento analogo che, nell’ottobre scorso, ha portato al rilascio di oltre 6mila prigionieri, di cui 200 circa in cella “per reati di opinione”. A un anno dalla liberazione – avvenuta il 13 novembre 2010 – la leader democratica Aung San Suu Kyi ha inoltre annunciato la probabile partecipazione al voto in programma nei prossimi mesi (anche se non si conosce la data esatta), per completare la formazione dei due rami del Parlamento birmano in cui restano tuttora vacanti una quarantina di seggi.
Un esponente del governativo, in condizioni di anonimato, ha confermato all’Afp che “lunedì [14 novembre, ndr] verranno liberati alcuni detenuti”; un secondo funzionario ha aggiunto che tra questi vi sono “prigionieri per reati di opinione”, rinchiusi nel "carcere alla periferia di Yangon". Il rilascio di tutti i detenuti è una delle condizioni poste dal blocco occidentale, formato da Stati Uniti e Unione europea, per la rimozione delle sanzioni economiche e commerciali. Organizzazioni per i diritti umani affermano che ancora oggi vi sono “almeno 1600” detenuti politici in Myanmar; secondo i giornali governativi, invece, il numero reale sarebbe “attorno ai 500”.
Intanto la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) Aung San Suu Kyi ha confermato il proposito di partecipare alla tornata suppletiva delle elezioni, per la formazione dei due rami del Parlamento birmano.Al momento vi sono ancora 40 posti vacanti e il governo ha annunciato “per il prossimo futuro”, anche se non vi è una data ufficiale, l’intenzione di richiamare il Paese alle urne. La Nld ha boicottato il voto – definito una “farsa” dalla comunità internazionale – del novembre 2010, che ha portato alla nascita di un governo “civile” dopo decenni di regime militare. Il 19 novembre il comitato centrale della Nld si riunirà per decidere se rientrare a pieno titolo, con la conseguente registrazione, nel panorama politico e istituzionale del Myanmar.
Nyan Win, portavoce del movimento democratico, sottolinea che “con molta probabilità la Nld procederà con la registrazione” e Aung San Suu Kyi, tornata libera il 13 novembre 2010, dopo aver trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari, “prenderà parte alla seconda tornata elettorale”. E proprio oggi la Nobel per la pace ha tenuto una conferenza stampa davanti a un centinaio di giornalisti, in cui ha confermato i "passi positivi" intrapresi dall'esecutivo nel cammino di democratizzazione del Paese. "Guardando indietro all'ultimo anno - ha aggiunto la "Signora" - posso dire che è stato ricco di eventi, vitale e, in qualche modo, incoraggiante".
Un esponente del governativo, in condizioni di anonimato, ha confermato all’Afp che “lunedì [14 novembre, ndr] verranno liberati alcuni detenuti”; un secondo funzionario ha aggiunto che tra questi vi sono “prigionieri per reati di opinione”, rinchiusi nel "carcere alla periferia di Yangon". Il rilascio di tutti i detenuti è una delle condizioni poste dal blocco occidentale, formato da Stati Uniti e Unione europea, per la rimozione delle sanzioni economiche e commerciali. Organizzazioni per i diritti umani affermano che ancora oggi vi sono “almeno 1600” detenuti politici in Myanmar; secondo i giornali governativi, invece, il numero reale sarebbe “attorno ai 500”.
Intanto la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) Aung San Suu Kyi ha confermato il proposito di partecipare alla tornata suppletiva delle elezioni, per la formazione dei due rami del Parlamento birmano.Al momento vi sono ancora 40 posti vacanti e il governo ha annunciato “per il prossimo futuro”, anche se non vi è una data ufficiale, l’intenzione di richiamare il Paese alle urne. La Nld ha boicottato il voto – definito una “farsa” dalla comunità internazionale – del novembre 2010, che ha portato alla nascita di un governo “civile” dopo decenni di regime militare. Il 19 novembre il comitato centrale della Nld si riunirà per decidere se rientrare a pieno titolo, con la conseguente registrazione, nel panorama politico e istituzionale del Myanmar.
Nyan Win, portavoce del movimento democratico, sottolinea che “con molta probabilità la Nld procederà con la registrazione” e Aung San Suu Kyi, tornata libera il 13 novembre 2010, dopo aver trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari, “prenderà parte alla seconda tornata elettorale”. E proprio oggi la Nobel per la pace ha tenuto una conferenza stampa davanti a un centinaio di giornalisti, in cui ha confermato i "passi positivi" intrapresi dall'esecutivo nel cammino di democratizzazione del Paese. "Guardando indietro all'ultimo anno - ha aggiunto la "Signora" - posso dire che è stato ricco di eventi, vitale e, in qualche modo, incoraggiante".
Vedi anche