Il giorno del Family Day: un milione e oltre fanno festa e premono sulla politica
Roma (AsiaNews) – Più di un milione di persone (un milione e mezzo secondo gli organizzatori) ha partecipato alla manifestazione “Più famiglia”, organizzata da 450 associazioni italiane per affermare il valore della famiglia come unione fra uomo e donna, aperta alla generazione, e come centro della vita sociale, culturale, economica e politica.
Piazza san Giovanni – il luogo del raduno nel pomeriggio - non è mai stata così piena. Fin dal mattino alle 7 sono arrivati gruppi da tutt’Italia, con genitori e figli, bambini e vecchi, persone sane e portatori di handicap. Vi sono perfino famiglie giunte dopo un giorno di viaggio, dalle isole. Molti di loro sono cattolici, ma vi sono anche musulmani ed ebrei. La manifestazione, caldeggiata soprattutto dalla Chiesa cattolica, è stata molto ostacolata dalla sinistra radicale, dai gruppi gay, dai media in massima parte schierati con la mentalità radicale e liberal, sostenitori di un disegno di legge che vuole parificare le coppie di fatto e omosessuali al modello familiare tradizionale.
Nella piazza non si respira né odio né omofobia, ma un senso di pace, di festa, di allegria: ci sono i clown, i bambini che danzano, palloncini e ombrelli colorati e un mare vastissimo di carrozzine, nonne, fidanzati, coppie appena sposate e coppie che celebrano proprio al Family Day il loro 30°, 40° anno di matrimonio.
Sul palco si succedono molte testimonianze di famiglie con e senza figli; di giovani fidanzati disoccupati; di coppie sposate che accolgono drogati o anziani e malati.
“La famiglia”, ha detto Eugenia Roccella, una delle principali organizzatrici della manifestazione, “è il nucleo primario di qualunque stato sociale, attraverso i compiti di sussidiarietà che si assume; è in grado di tutelare i deboli, i piccoli, i malati, i vecchi…. La famiglia, come la riconosce la nostra Costituzione, si fonda sul matrimonio, su un impegno preso davanti alla collettività… Il resto, le unioni di fatto, le convivenze, l’amore in tutte le sue mille forme precarie o durature, sono storie di individui, regolate da diritti individuali”.
Le diverse testimonianze, accolte nel silenzio e concluse con applausi scroscianti, sono state inframmezzate da canzoni per grandi e piccoli. Fra tutti risalta il cantante Povia, vincitore del Festival di Sanremo, la competizione canora più importante in Italia, che ha fatto cantare tutta la folla oceanica i suoi successi, dedicati proprio ai bambini. Fra una sua canzone e l’altra, egli ha inserito un testo con accompagnamento musicale dedicato proprio al Family Day. Con fare poetico e un po’ profetico, egli ha denunciato “l’oscurantismo” della cultura dominante, vuota e “mascherata” e ha chiesto di curare “la famiglia tradizionale”, di “sostenere economicamente le giovani coppie nel fare figli e levargli dal futuro le paure”, o “favorire l’adozione alle coppie eterosessuali che sono in attesa che gli venga affidato un bambino da anni e anni di dure lotte… Perché Signori questa è la realtà. I bambini devono avere una mamma e un papà”. E ha concluso – mentre la folla era in ovazione – con uno slogan: “I diritti dei bambini sono più importanti di quelli dei grandi”.
Fra i gruppi che più hanno contribuito al successo della manifestazione vi sono alcuni movimenti ecclesiali: Rinnovamento dello Spirito, Comunità neocatecumenali, Comunione e Liberazione, i cui responsabili hanno anche spiegato il valore della famiglia naturale, potenziata e sostenuta dalla religione e dal cristianesimo. All’inizio della manifestazione è stato anche proiettato un video con un intervento di 20 anni fa del defunto Giovanni Paolo II. Con toni attualissimi il papa polacco chiedeva a tutti di difendere l’istituzione della famiglia contro gli attacchi della cultura di morte, che è una cultura anti-famiglia.
È toccato all’altro organizzatore principale, il sindacalista Savino Pezzotta, a porre delle domande ai politici: “Abbiamo il diritto di sapere – ha detto – se chi ci governa punta su un modello antropologico centrato unicamente sull’autonomia dell’individuo, sull’utilitarismo delle affettività temporanee e deboli, o se invece punta a consolidare quella della dinamica famigliare e pertanto di un’affettività che si incardini nella dimensione della responsabilità sociale”.
Ai politici egli ha anche chiesto che vi siano “normative organiche per la famiglia che affrontino il tema della protezione del diritto alla vita d’ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale”. E ha suggerito che vi siano consultori, asili-nido, salute, scuola, formazione, sostegno al reddito, politiche fiscali, affitti equi, aiuto alle famiglie che curano persone handicappate o malati terminali, riformando il welfare e ricentrandolo sulle esigenze delle famiglie.
Pezzotta ha anche sottolineato che la manifestazione di oggi è collegata a “un grande movimento europeo di popolo”, che ha organizzato manifestazioni simili in Belgio, Portogallo, Spagna e Francia. Alla fine egli ha salutato Benedetto XVI, in visita in Brasile, e mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, che nei giorni scorsi ha ricevuto minacce e offese proprio a causa della sua difesa della famiglia naturale.