Il consumismo sta mettendo in crisi la famiglia vietnamita
di JB. VU
L’apertura allo sviluppo economico ha provocato nei genitori desiderio di beni materiali e denaro, spingendo a trascurare la formazione morale ed umana dei figli. Divorzi e violenze in crescita all’interno della “cellula” fondamentale della società. L’azione della Chiesa.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Lo sviluppo economico, al quale il Vietnam si è aperto nel 1987, ha portato con sé anche il consumismo: sempre più di frequente i genitori si preoccupano del benessere materiale e trascurano la formazione morale. Il “sogno” di denaro e ricchezza sta provocando una acuta crisi del sistema famigliare. Le statistiche delle sei province del Paese mostrano che l’andamento dei divorzi cresce in fretta: dal 1987 al 1994 ci sono state 60.556 famiglie che hanno divorziato, con conseguenti conflitti interni.
Un operatore sociale ha scritto su un giornale governativo che “nell’atmosfera piena di eventi della società di mercato, molta gente vuole avere lavoro, aumentare i guadagni, migliorare la qualità della vita. Al tempo stesso, il consumismo e i tempi moderni stanno colpendo il fondamento morale delle famiglie. Così l’etica familiare sta degradando. Quando i genitori divorziano, donne e bambini subiscono comportamenti cattivi o violenti. A Hanoi, su 23.738 cause di divorzio, c’erano 7.372 casi di donne picchiate o maltrattate. E’ il 31% dei casi. A Haiphong la percentuale è del 30%, nella provincia di Nghe An il 41%, in quella di Tuyen Quang il 60.
Padre Paul, dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City evidenzia che “il Vietnam sta sviluppando l’economia, puntando solo sul progresso materiale, il che porta ad uno sviluppo sbilanciato sui valori, la cultura tradizionale e la crescita umana. Ed inoltre si verifica sempre di più il fenomeno del disinteresse per l’educazione familiare. Ciò ha causato rotture familiari. I genitori sono attenti solo ai beni materiali, al cibo o alle imprese scolastiche dei loro figli. Hanno abbandonato l’educazione ai valori umani ed il modo di convivere con gli altri. Ciò provoca risultati negativi per le famiglie, che si lasciano dominare dal denaro. Vivendo in tal modo, molti genitori non hanno il tempo di prendersi cura dei loro figli, che così mancano di orientamento spirituale ed educazione morale. Tutto ci provoca famiglie distrutte e violenze domestiche nei confronti di donne e bambini”.
Il quotidiano Tia Sang, ad aprile ha scritto che “cresce sempre di più la distanza tra ricchi e poveri. Il Vietnam ancora non ha una strada per una vita essenziale, che sia percorribile per le strutture sociali. Così abbiamo un puro e semplice sistema amministrativo. Speriamo di poter avere in futuro una nuova generazione che nella vita abbia talento e moralità”.
“La famiglia – sottolinea ad AsiaNews il professor Tuan, della Open University – è la cellula della società. Il governo non ha politiche sociali, assistenza e servizi per aiutare la gente delle comunità povere. Per supplire a tale mancanza, la Chiesa ha organizzato numerose attività sociali per i poveri, sviluppato gruppi di operatori sociali per lavorare con le persone delle comunità bisognose e lontane”.
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