Il card. Rosales annuncia le sue dimissioni
di Santosh Digal
L’arcivescovo della capitale filippina compirà 75 anni il prossimo 10 agosto, e secondo il diritto canonico dovrebbe dimettersi da ogni incarico. I sacerdoti di Manila sono convinti che egli continuerà a guidare l’arcidiocesi.
Manila (AsiaNews) – Il card. Gaudencio Rosales, 31esimo arcivescovo della capitale filippina, sta scrivendo la sua lettera di dimissioni, in modo da poter lasciare l’incarico il prossimo 10 agosto. Lo ha confermato lui stesso ai sacerdoti di Manila: “Finirò di scriverla il 10 giugno, di modo da lasciare al Vaticano due mesi di tempo per gestire tutto ciò che è necessario”.
Il 10 agosto, infatti, il porporato compirà 75 anni e, come prevede il diritto canonico, dovrà dimettersi da ogni incarico. Questo non vuol dire che Roma debba accettare le dimissioni, e molti nelle Filippine credono che Benedetto XVI confermerà il card. Rosales nel suo ruolo per altri cinque anni.
Uno dei sacerdoti di Manila spiega che l’arcivescovo “sta bene fisicamente e mentalmente, e soprattutto ha il cuore caldo e paterno di un vero sacerdote”. Secondo p. James Reuter, direttore dell’Ufficio per i media della Conferenza episcopale filippina, “il cardinale ha fatto un lavoro magnifico con il suo Pondo ng Pinoy [programma della diocesi di raccolta fondi per i poveri ndr] ed il suo lavoro è conosciuto ed apprezzato anche in Vaticano”.
Il programma prevede il versamento di 25 centesimi di peso filippino [circa 1 centesimo di euro] da parte di ogni fedele, ogni giorno. La somma raccolta in tutta l’arcidiocesi viene messa al servizio dei programmi caritatevoli della Chiesa.
Il fondo, continua il sacerdote gesuita, “non risolve i problemi di povertà del nostro Paese, e questo il card. Rosales lo sa. Esso serve però ad insegnare a tutti noi come amarci l’un l’altro, applicando la vera carità cristiana insegnata dal Vangelo”.
Questo vescovo, conclude, “è veramente un pastore, la guida del suo gregge, profondamente interessato al clero ed alla comunità laica, che ama i poveri ed in particolar modo le pecorelle smarrite”.
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