Il card. Gracias ricorda mons. Dominic Jala, amato dai suoi fedeli
Ai suoi funerali hanno partecipato 100mila persone. In 65mila hanno fatto la comunione. Era un raffinato intellettuale e si stava occupando del nuovo messale indiano. L’arcivescovo di Shillong è deceduto in un incidente stradale in California l’11 ottobre. Card. Gracias: “Ho perso un amico”.
Mumbai (AsiaNews) – Almeno 100mila persone accorse al funerale e 65mila che hanno fatto la comunione: è il segno dell’amore dei fedeli verso mons. Dominc Jala, vescovo di Shillong (Meghalaya), scomparso lo scorso 11 ottobre in un incidente stradale in California. Ieri si sono tenute le esequie, al rientro in patria della salma. La cerimonia è stata presieduta da mons. John Moolachira, arcivescovo di Guwahati e presidente del Consiglio episcopale dell’India nord-orientale, nella cattedrale dedicata a Maria Aiuto dei cristiani a Laitumkhrah. L’arcivescovo è stato sepolto nel compound della cattedrale.
Mons. Jala era nato 68 anni fa a Mawlai. Ordinato salesiano di don Bosco nel 1977, era stato nominato arcivescovo di Shillong nel dicembre 1999; in seguito, ha preso in carico la diocesi nell’aprile del 2000. Egli è stato il primo prelato indiano del gruppo tribale Khasi, uno delle più importanti etnie del Meghalaya. D’intelletto raffinato, parlava correntemente latino, tedesco, italiano, francese, spagnolo, garo, hindi, greco, ebraico e inglese. Egli ha sostenuto le piccole comunità cristiane e ne ha incentivato la diffusione nel nord-est indiano, così come i corsi domenicali di catechismo in ogni parrocchia e villaggio. Al momento era impegnato nella prima traduzione del messale dal latino al Khasi; egli era incaricato della trascrizione dal latino all’inglese ed era a metà dell’opera. Di seguito pubblichiamo il messaggio di cordoglio del card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente dei vescovi indiani (traduzione a cura di AsiaNews).
La notizia della morte dell’arcivescovo Dominic Jala in un tragico incidente stradale in California ha scioccato tutti noi. Appena tre settimane prima, eravamo stati insieme a Roma per la visita ad limina. Egli è stato il principale celebrante della nostra messa nella basilica di san Paolo. La sua presenza agli incontri con le congregazioni di Roma durante le visite hanno sempre fatto la differenza.
Pensavo che sarei andato con lui alla Congregazione per [il culto divino e la disciplina dei] sacramenti per presentare il nostro nuovo messale per l’India. Invece l’incidente è avvenuto due giorni prima. In questo dicastero tutti hanno espresso il loro immenso apprezzamento per l’arcivescovo Dominic Jala: il prefetto card. Robert Sarah, e il segretario mons. Arthur Roche.
La Chiesa in India sentirà molto la sua assenza. Per le questioni liturgiche, il suo ruolo era semplicemente insostituibile. La Ccbi [Conferenza dei vescovi di rito latino, uno dei tre rami della Chiesa indiana – ndr] si affidava totalmente a lui per tutte le edizioni liturgiche. Spesso a Roma mi hanno parlato del prezioso contributo della Chiesa indiana. Io sapevo che era soprattutto merito di mons. Jala. Di recente egli ha presentato un documento all’Assemblea plenaria che è stato molto apprezzato. Egli ha anche rappresentato l’India alla Commissione internazionale per l’inglese nella liturgia ed era un membro di grande valore.
Abbiamo lavorato insieme in diverse commissioni, sia nella Cbci [Conferenza episcopale indiana] sia nella Ccbi. Egli era sempre equilibrato, aveva buon giudizio e dava saggi consigli. Ho perso un amico.
L’arcivescovo Dominic Jala era il leader indiscusso della Chiesa nel nord-est dell’India. Di recente mi ha detto quanto suo padre fosse stimato dalla comunità cristiana e dalla società civile di Shillong.
Possa il Signore ricompensare l’arcivescovo Jala per il suo instancabile lavoro per il popolo nel nord-est. Le mie sincere condoglianze vanno all’arcivescovo John Moolachira e alla Chiesa nel nord est.
*Arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci)