Il bando del voto alle donne saudite provoca una campagna per boicottare le elezioni
Un gruppo di intellettuali intende così protestare contro la decisione di negare alle donne il diritto di eleggere ed essere elette. Oltre 1,2 milioni di votanti (ma le previsioni sono per percentuali molto basse) per scegliere più di 5mila candidati alla metà dei seggi di 285 consigli municipali, l’altra metà essendo nominata dal governo.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Sta provocando una campagna per il boicottaggio delle elezioni il bando alla partecipazione delle donne al voto per i consigli municipali in Arabia Saudita, in programma il prossimo 29 settembre.
L’invito a non andare a votare viene da una sessantina di intellettuali e ha trovato eco in alcuni blog, nazionali e internazionali, che intendono così contestare la decisione dello Shura Council, l’assemblea consultiva che ha raccomandato la partecipazione femminile al voto, ma a partire dalle prossime elezioni, previste tra quattro anni. Tra le motivazioni addotte, l’attuale impossibilità di realizzare seggi separati per maschi e femmine, visto il divieto di commistione dei sessi.
La campagna per il boicottaggio è arrivata praticamente in contemporanea con l’annuncio dato ieri dalla commissione elettorale dell’avvio della campagna elettorale, che vede la possibile partecipazione di oltre 1,2 milioni di votanti (ma le previsioni sono per percentuali molto basse) per scegliere più di 5mila candidati, tutti uomini, perché le donne sono prive del diritto di voto attivo e passivo, non possono, cioè, né votare né essere elette.
Le elezioni, le seconde nella storia dell’Arabia Saudita dopo quelle del 2005 (nella foto), riguardano la scelta della metà dei seggi di 285 consigli municipali, l’altra metà essendo nominata dal governo. Il voto, unica parvenza di partecipazione popolare nel Paese, cade mentre gran parte del mondo arabo è scosso da una richiesta di democrazia, che, finora, non sembra trovare grande eco nel Regno.
L’invito a non andare a votare viene da una sessantina di intellettuali e ha trovato eco in alcuni blog, nazionali e internazionali, che intendono così contestare la decisione dello Shura Council, l’assemblea consultiva che ha raccomandato la partecipazione femminile al voto, ma a partire dalle prossime elezioni, previste tra quattro anni. Tra le motivazioni addotte, l’attuale impossibilità di realizzare seggi separati per maschi e femmine, visto il divieto di commistione dei sessi.
La campagna per il boicottaggio è arrivata praticamente in contemporanea con l’annuncio dato ieri dalla commissione elettorale dell’avvio della campagna elettorale, che vede la possibile partecipazione di oltre 1,2 milioni di votanti (ma le previsioni sono per percentuali molto basse) per scegliere più di 5mila candidati, tutti uomini, perché le donne sono prive del diritto di voto attivo e passivo, non possono, cioè, né votare né essere elette.
Le elezioni, le seconde nella storia dell’Arabia Saudita dopo quelle del 2005 (nella foto), riguardano la scelta della metà dei seggi di 285 consigli municipali, l’altra metà essendo nominata dal governo. Il voto, unica parvenza di partecipazione popolare nel Paese, cade mentre gran parte del mondo arabo è scosso da una richiesta di democrazia, che, finora, non sembra trovare grande eco nel Regno.
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