Il Senato pakistano approva “all’unanimità” l’arresto di Musharraf
La mozione votata questa mattina alla Camera alta. L’ex presidente è accusato di alto tradimento, in base all’articolo 6 della Costituzione e di coinvolgimento nell’assassinio di Benazir Bhutto. Dalle dimissioni nel 2009, egli vive in esilio. Di recente aveva manifestato il proposito di tornare nel Paese d’origine.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Con una risoluzione votata all’unanimità questa mattina, il senato pakistano ha chiesto l’arresto dell’ex presidente e gen. Pervez Musharraf. Egli è accusato di alto tradimento, in base all’articolo 6 della Costituzione. La delibera della Camera alta ha ricevuto l’approvazione dell’intero schieramento politico ed è stata presentata da Raza Rabbani, senatore del Partito popolare pakistano (Ppp), capo della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Sicurezza nazionale (Pcns).
Tra i capi di accusa contestati a Musharraf vi sono: l’abrogazione – in due occasione – della Costituzione e danni alla sicurezza nazionale, per aver stretto accordi con gli Stati Uniti; aver concesso basi militari agli Usa e aver leso l’onore del giudice capo della Corte suprema Iftikhar Chaudhry; l’ex generale avrebbe inoltre minato le casse provinciali, causando forti perdite economiche e finanziarie.
Rabbani accusa inoltre Musharraf di aver ordito per eliminare leader nazionalisti del Balochistan e di coinvolgimento nell’assassinio dell’ex Primo Ministro Benazir Bhutto, moglie dell’attuale presidente Asif Ali Zardari.
Pervez Musharraf è salito al potere nel 1999 con un golpe bianco ed è rimasto in carica sino all’agosto 2009, quando ha dovuto dimettersi per evitare una procedura di impeachment promossa dal Parlamento. Da allora, egli divide il suo tempo fra Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti in una sorta di esilio autoimposto. Di recente egli aveva annunciato di voler fare ritorno in Pakistan fra il 27 e il 30 gennaio, ma avrebbe – spiegano alcune fonti – rimandato i piani di rientro “dietro consiglio di alcuni amici e dei più stretti collaboratori”.
Nei giorni scorsi il ministro degli Interni Rehman Malik ha assicurato i senatori che, non appena metterà piede nel Paese, Musharraf verrà arrestato: “Voglio rassicurare questa Assemblea – aveva dichiarato il ministro – che se attera in Pakistan, [Musharraf] sarà arrestato per l’evidente coinvolgimento nell’omicidio di Benazir Bhutto”.
Tra i capi di accusa contestati a Musharraf vi sono: l’abrogazione – in due occasione – della Costituzione e danni alla sicurezza nazionale, per aver stretto accordi con gli Stati Uniti; aver concesso basi militari agli Usa e aver leso l’onore del giudice capo della Corte suprema Iftikhar Chaudhry; l’ex generale avrebbe inoltre minato le casse provinciali, causando forti perdite economiche e finanziarie.
Rabbani accusa inoltre Musharraf di aver ordito per eliminare leader nazionalisti del Balochistan e di coinvolgimento nell’assassinio dell’ex Primo Ministro Benazir Bhutto, moglie dell’attuale presidente Asif Ali Zardari.
Pervez Musharraf è salito al potere nel 1999 con un golpe bianco ed è rimasto in carica sino all’agosto 2009, quando ha dovuto dimettersi per evitare una procedura di impeachment promossa dal Parlamento. Da allora, egli divide il suo tempo fra Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti in una sorta di esilio autoimposto. Di recente egli aveva annunciato di voler fare ritorno in Pakistan fra il 27 e il 30 gennaio, ma avrebbe – spiegano alcune fonti – rimandato i piani di rientro “dietro consiglio di alcuni amici e dei più stretti collaboratori”.
Nei giorni scorsi il ministro degli Interni Rehman Malik ha assicurato i senatori che, non appena metterà piede nel Paese, Musharraf verrà arrestato: “Voglio rassicurare questa Assemblea – aveva dichiarato il ministro – che se attera in Pakistan, [Musharraf] sarà arrestato per l’evidente coinvolgimento nell’omicidio di Benazir Bhutto”.
Vedi anche