Il Ramadan delle Tv: terrorismo e storie d'amore
Gerusalemme (AsiaNews) - La serie televisiva Ayyash, basata sulla vita di un costruttore di bombe di Hamas, ucciso dagli israeliani, potrebbe essere il programma più seguito dai milioni di spettatori arabi, che durante il Ramadan vedono di più la televisione. Il nono mese, sacro per i musulmani, infatti, non è solo digiuno, preghiera e astinenza; è anche il momento durante il quale le emittenti televisive arabe trasmettono i loro programmi di punta, nella certezza che arriveranno al maggior numero di persone possibile. Un dato che interessa anche i gruppi terroristi, che stanno tentando di influenzare i palinsesti.
Terrorismo, fondamentalismo religioso, fanatismo, ma anche storie d'amore, sono i temi sui quali punta il palinsesto televisivo arabo fino alla fine di questo Ramadan, iniziato venerdì scorso.
Così, una fiction sarà dedicata a Yihye Ayyash, soprannominato "l'ingegnere" per la sua abilità nel confezionare bombe. Responsabile di una serie di attentati suicidi, che tra il 1994 e il 1996 causarono la morte di oltre 100 israeliani, "l'ingegnere" fu ucciso nel 1996 da una bomba nascosta dai servizi segreti israeliani nel suo cellulare. Per i palestinesi è diventato una sorta di leggenda, al pari del Saladino, il guerriero musulmano che cacciò i Crociati da Gerusalemme. Augurandosi che la serie televisiva rispecchi in modo corretto la vita dell' "eroe", lo scrittore palestinese Salah Al-Bardawil ha sottolineato l'importanza che venga trasmessa in questo periodo, "perché incoraggia a lottare contro gli israeliani e gli americani e contro le aggressioni di Palestina, Iraq e del mondo arabo".
Se alcuni produttori investono in storie di violenza, altri si rivolgono a storie d'amore. Purtroppo questa volta senza lieto fine. In seguito a minacce di fondamentalisti islamici è stata cancellata la soap opera "al-Tareeq ila Kabul" ( in italiano, "La via per Kabul"). Le "Brigate dei mujahidin di Siria e Iraq" hanno minacciato che "se ci fossero nel programma delle accuse false contro il rispettabile regime dei Talebani" avrebbero colpito "tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione". La controversa musalsal (soap opera) racconta la storia d'amore tra una donna afghana e un uomo arabo, sullo sfondo del regime dei Talebani. Le 30 puntate, costate alla produzione giordana circa 3 milioni di dollari Usa, dovevano essere trasmesse in numerosi paesi arabi tra i quali Siria e Iraq.
Durate il Ramadan, la televisione domina le ore tra il pasto serale, "iftar", e il "sohour", quello consumato prima dell'alba per prepararsi alla giornata di digiuno. Le emittenti studiano palinsesti specifici, ma spesso di bassa qualità. Il governo della Provincia della frontiera nord occidentale in Pakistan ha proposto di chiudere i cinema e oscurare le Tv, perché in questo mese "trasmettono solo oscenità". La proposta aspetta l'approvazione di Islamabad per diventare effettiva. (MA)