Il Quartetto a sostegno della Conferenza di pace in novembre
New York (AsiaNews) – Onu, Stati Uniti, Unione Europea e Russia sono pronti a dare ogni sostegno per la buona riuscita di una Conferenza di pace sul Medio oriente che si terrà in novembre. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice al termine di un colloquio coi rappresentanti del cosiddetto “Quartetto”, presieduto dal segretario Onu Ban Ki-moon.
La Rice ha affermato che vi è una grande opportunità per avvicinarsi a una soluzione del conflitto Israelo-palestinese, che “non possiamo mancare”.
Alla Conferenza di pace, promossa dal presidente Bush, saranno invitati anche diversi membri della Lega Araba. Si parla di Algeria, Bahrain, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Qatar, Arabia saudita, Sudan, Siria, Tunisia e Yemen. Di questi, solo l’Egitto e la Giordania hanno rapporti diplomatici con Israele. Altri, come la Siria e l’Arabia saudita sono ancora tecnicamente in guerra con lo stato ebraico.
Ad ogni modo da tempo la Lega araba propone una conferenza di pace sulla regione, offrendo a Israele rapporti diplomatici con tutti i Paesi arabi in cambio di una soluzione per lo stato palestinese.
La Rice ha affermato che “è naturale” che Siria, Arabia saudita e altri Paesi arabi partecipino alla Conferenza, ma ha anche precisato alcune condizioni: “Noi speriamo - ha detto – che tutti coloro che verranno siano davvero impegnati ad aiutare israeliani e palestinesi a trovare una via da percorrere. E ciò significa rinunciare alla violenza e lavorare per una soluzione pacifica”.
La scorsa settimana Condoleezza Rice era in Medio Oriente, proprio mentre Israele dichiarava “territorio ostile” la Striscia di Gaza, in mano ad Hamas. Per questo ha deciso di ridurre le forniture di energia e carburanti al territorio da cui partono di continuo razzi contro città israeliane. Ieri il Quartetto ha chiesto a Israele di non interrompere gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.
Intanto il governo israeliano ha rilasciato ieri 90 prigionieri palestinesi in un gesto di buona volontà verso Mahmud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese.