Il Pcc vuole “più controllo” sulle università in vista del Congresso
Xi Jinping, attuale vice presidente e delfino di Hu Jintao, ha chiesto alle accademie di mettere in atto “misure più forti e dure per garantire armonia e stabilità” in vista del 18esimo Congresso del Partito, che dovrebbe sancire la sua salita al potere. Pechino teme una replica della Primavera araba
Pechino (AsiaNews) - A pochi mesi dal 18esimo Congresso generale del Partito comunista cinese, il prossimo ottobre, che deve sancire la successione all’attuale leadership, il vice presidente Xi Jinping ha ordinato alle università nazionali di intensificare il controllo ideologico su studenti e giovani professori.
Nel corso di un incontro con i rappresentanti del mondo accademico Xi - che salvo imprevisti dovrebbe divenire il prossimo presidente della Cina - ha chiesto “misure più ferme e forti per garantire armonia e stabilità nel Paese. Serve una buona atmosfera per il successo del Congresso”.
Liu Yandong - il quadro comunista donna di più alto grado, incaricata dell’educazione nazionale – conferma la messa in atto di una serie di piani per assicurare un’apertura morbida del Congresso. Lo stesso Xi ha sottolineato l’importanza di tenere sotto controllo i docenti più giovani, che “hanno molti contatti con gli studenti e esercitano un’influenza significativa su di loro e sulla diffusione delle nuove idee”.
Il regime cinese, ancora del tutto nelle mani del Partito, dà segnali di nervosismo in vista della transizione del prossimo autunno. Il Paese è oramai da anni squassato da rivolte sociali di diversa entità, che passano dai confronti armati alle manifestazioni pacifiche. Le cause dell’instabilità sociali sono diverse: dalle requisizioni illegali di terreni alle dispute sul lavoro, fino al profondo inquinamento dell’ambiente.
Per evitare che le rivolte possano aumentare in un momento sensibile come il Congresso, il Pcc sta rafforzando la propaganda, il controllo dei media e quello del territorio: Pechino teme che, in un momento di passaggio di potere, in Cina si possano ripetere le proteste che hanno portato alla caduta di diversi regimi del Medio Oriente.
Nel corso di un incontro con i rappresentanti del mondo accademico Xi - che salvo imprevisti dovrebbe divenire il prossimo presidente della Cina - ha chiesto “misure più ferme e forti per garantire armonia e stabilità nel Paese. Serve una buona atmosfera per il successo del Congresso”.
Liu Yandong - il quadro comunista donna di più alto grado, incaricata dell’educazione nazionale – conferma la messa in atto di una serie di piani per assicurare un’apertura morbida del Congresso. Lo stesso Xi ha sottolineato l’importanza di tenere sotto controllo i docenti più giovani, che “hanno molti contatti con gli studenti e esercitano un’influenza significativa su di loro e sulla diffusione delle nuove idee”.
Il regime cinese, ancora del tutto nelle mani del Partito, dà segnali di nervosismo in vista della transizione del prossimo autunno. Il Paese è oramai da anni squassato da rivolte sociali di diversa entità, che passano dai confronti armati alle manifestazioni pacifiche. Le cause dell’instabilità sociali sono diverse: dalle requisizioni illegali di terreni alle dispute sul lavoro, fino al profondo inquinamento dell’ambiente.
Per evitare che le rivolte possano aumentare in un momento sensibile come il Congresso, il Pcc sta rafforzando la propaganda, il controllo dei media e quello del territorio: Pechino teme che, in un momento di passaggio di potere, in Cina si possano ripetere le proteste che hanno portato alla caduta di diversi regimi del Medio Oriente.
Vedi anche
Il 2,5 del Pil per migliorare il livello delle università cinesi
09/10/2017 15:45
09/10/2017 15:45