Il Patriarcato di Mosca invita i fedeli ad appendere crocefisso anche in scuole e uffici
L’idea del crocefisso nei posti di lavoro o nelle scuole ha fatto insorgere gli attivisti per i diritti umani. “Il problema nella nostra società non sono i pochi crocefissi appesi alle pareti, ma l’immoralità”, ha detto a Interfax Lev Ponomarev, noto leader del movimento per i diritti umani. “Impegnatevi nella preghiera o nei sermoni – ha continuato rivolgendosi a Chaplin – ma non nell’appendere in modo formale qualche attributo ortodosso”. Ha poi ribadito che in Russia, Chiesa e Stato sono separati e ha attaccato l’ingerenza del Patriarcato nella società civile. “Penso che i segni della religione non debbano essere negli uffici pubblici, nelle scuole o negli istituti – ha aggiunto Ponomarev – Ad esempio. se venissero appesi a scuola, che cosa direbbero i numerosi musulmani? Inizierebbero a chiedere di appendere la loro mezzaluna? E perché sarebbe necessario? Tutto questo contribuirà solamente a dividere la società”. Ponomarev ha, però, ammesso che se negli uffici lavorano alcune persone che si considerano ortodosse, nessuno ha diritto di impedire loro di appendervi un croce”. Forte della decisione della Corte europea per i diritti dell'uomo che non ha riscontrato nessuna violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocefisso nella aule scolastiche, Chaplin continua così a lanciare ipotesi di forte impatto su una società che si sta ancora riprendendo da 70 anni di ateismo di Stato. Nel caso contro l’Italia sollevato dalla cittadina di origini finlandesi Sole Lautsi, il Patriarcato di Mosca ha sempre sostenuto apertamente l’Italia.
08/02/2018 08:51
31/07/2018 08:12