Il Patriarcato di Mosca abbandona i lavori per la preparazione del sinodo panortodosso
di NAT da Polis
Il ritiro motivato dalla presenza della Chiesa estone. Forte caratterizzazione ecumenica alla consegna del premio Klauss Hemerle a Bartolomeo, intorno al quale si intensificano le voci di una candidatura al Nobel.
Istanbul (AsiaNews) – Il Patriarcato ortodosso di Mosca ha annunciato il suo ritiro dalla conferenza panortodossa che si svolge sull’isola di Rodi e che ha come scopo la preparazione del sinodo che avrà luogo ad ottobre a Costantinopoli. Come già accaduto in occasione dell’incontro con i cattolici a Ravenna, la Chiesa di Mosca ha motivato la sua decisione con la presenza della Chiesa apostolica estone, che essa non riconosce.
In un comunicato, i rappresentanti delle altre Chiese ortodosse hanno espresso il loro rammarico per questa decisione del Patriarcato di Mosca, invitandolo a restare. Essi chiedono inoltre ai rappresentanti di Mosca di dichiarare se ciò significa che hanno cambiato posizione circa la loro partecipazione al sinodo di ottobre, oppure se resteranno come osservatori.
Sono in molti tra gli ortodossi, qui a Rodi, a non capire l’insistenza di Mosca sulla questione estone, visto anche il tentativo di mediazione di Costantinopoli, accettato anche da Mosca e visto che la stessa Russia aveva riconosciuto nel 1917 quello che ora è lo status attuale di autonomia della Chiesa estone, soppresso dopo la II Guerra mondiale, con l’annessione dell’Estonia nell’impero sovietico.
Ma, come diceva anni fa Bartolomeo, quale organismo vivente non ha i suoi problemi? la Chiesa ortodossa è e rimane un organismo forte e vivente che continua la sua vita così, secondo la sua tradizione e storia.
Ne è conferma il conferimento al patriarca ecumenico Bartolomeo del premio Klauss Hemmerle, fortemente voluto dal movimento dei Focolari, aderenti del quale sono venuti ad Istanbul da tutto il mondo, e soprattutto dalla Germania. La consegna del premio (nella foto) è stata segnata da una forte caratterizzazione ecumenica. Il cardinale Karl Lehman, presente il corpo diplomatico, nel suo discorso di conferimento del premio ha infatti esaltato il ruolo di Bartolomeo per il suo impegno ecumenico, “perché appartiene - come ha detto - a quella esigua categoria di personaggi che si distinguono per la costruzioni dei ponti tra le Chiese, le religioni e le diverse convinzioni”. “Un impegno che viene da lontano, frutto non soli dei suoi studi in varie università all’estero, ma anche delle sue vastissime esperienze per aver attivamente partecipato a varie iniziative, sempre con un apertura mentale non comune”. Bartolomeo con la sua intronizzazione nel 1991 ha accelerato sia il suo impegno ecumenico, sia il dialogo tra le Chiese ortodosse. Ha rafforzando coraggiosamente l indipendenza di alcune e ha fatto rinascere alcune Chiese dell’est europeo, rinnovando la comunione ecclesiale con la convocazioni di sinodi interregionali, che hanno evitato così vari scismi. Qui si vede chiaramente che il primato del patriarcato ecumenico – contrariamente al pensiero di alcuni occidentali – è molto più di un titolo onorifico .No è un caso che IL Patriarca Ecumenico non limiti questo pensiero nel ambito puramente ecclesiastico. Per questo si impegna per soluzioni di gravi problemi attuali , come l ambiente il razzismo e contro ogni nazionalismo. Il suo sguardo è sempre rivolto verso i giovani rappresentanti del presente e del futuro.
Bartolomeo ha detto di accettare il premio non per se stesso, ma per il Patriarcato ecumenico, mettendo in rilievo l’importantissimo contributo al movimento ecumenico da parte dei focolarini e in mondo particolare il ruolo della fondatrice, Chiara Lubich. “Un’opera che continuerà - ha detto - perché è voluta da Dio. E noi cristiani le siamo grati”. “Riflettendo - continua Bartolomeo - mi chiedo , da dove siamo partiti e dove siamo arrivati ora. E vi dico, non abbiamo il diritto né di fermarci né di tornare indietro. La visita di Benedetto qui a Costantinopoli ha costruito un ponte tra i due mondi e il nostro incontro a Napoli ha riconfermato l’importanza di questo ponte. E siamo in procinto di recarci a Roma per festeggiare insieme San Pietro e Paolo, ma ancora più importante sarà il nostro incontro ad ottobre a Roma per parlare insieme al Sinodo dei vescovi. Bisogna andare avanti verso il nostro comune Signore con la guida dello Spirito Santo”.
Iniziano intanto a prendere consistenza le voci che vogliono Bartolomeo candidato per il Nobel per la pace, premiando cosi un personaggio che ha anticipato di anni con le sue iniziative, tematiche oggi molto attuali, come la protezione dell’ambiente e il dialogo interreligioso. Dopo il Time, è stato l’autorevole giornale inglese The Guardian, l’altro ieri, ad esaltare il suo ruolo per la salvaguardia dell’ambiente.
Foto: Nikos Manginas
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