Il Parlamento coreano non parla di successione ma di “economia”
Riuniti a Pyongyang, le centinaia di delegati del Parlamento hanno approvato un primo budget presentato dal governo ma non hanno avallato – come ci si aspettava – alcuna forma di onore al figlio terzogenito del dittatore Kim Jong-il.
Ovviamente, questo non significa nulla. Innanzitutto perché la plenaria continuerà per un’altra settimana; in secondo luogo, perché gli stessi delegati hanno scelto in massa (prima dell’apertura dei lavori) di andare a visitare un progetto edilizio guidato proprio da Kim Jong-un e infine perché la storia del Paese dimostra che l’unica successione possibile avviene nei fatti soltanto alla morte del leader in carica.
È tuttavia vero che le riunioni dell’Assemblea – organismo fantoccio, che di fatto avalla le decisioni della leadership – viene usata per promuovere o togliere di scena qualche personaggio rilevante nella cerchia di Kim Jong-il. Fino ad ora, l’unica nota da sottolineare è che uno dei diversi vice primi ministri del Paese, Ri Thae-nam, è stato allontanato per “motivi di salute”.
Come sempre si è dato molto spazio alla propaganda. Il primo ministro Choe Yong-rim ha detto che “il Paese deve raggiungere, e raggiungerà, gli obiettivi per il raccolto che ci siamo prefissati. In questo modo migliorerà moltissimo la vita del popolo”. Il suo vice e titolare delle Finanze, Pak Su-gil, ha “promesso solennemente fondi enormi per lo sviluppo dell’industria e dell’agricoltura”.
Lo scopo del lavoro parlamentare, ha concluso, “è quello di trasformare la Corea del Nord in un leader mondiale entro il 2012”, anno in cui cade il centenario della nascita del “Presidente eterno” del Paese Kim Il-sung. Uno scopo velleitario, considerando che al momento il Paese si trova in una delle peggiori condizioni socio-economiche delle sue storia.
La popolazione non ha quasi più mezzi di sostentamento, e arrivano notizie di persone costrette a mangiare tutto quello che trovano, terra compresa. Secondo una fonte anonima, “in Corea del Nord si vive come cani. Vorrei dire altro, ma è così”.