16/03/2005, 00.00
Vaticano
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Il Papa saluta dalla finestra e ricorda la "Gaudium et spes"

La pace nasce dalla giustizia perché comporta la ferma determinazione di rispettare gli altri, individui e popoli, nella loro dignità, oltre alla costante volontà di incrementare la fraternità tra i componenti della famiglia umana.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Doppia "presenza" di Giovanni Paolo II, oggi: stamattina un silenzioso, ma applauditissimo saluto dalla finestra del suo studio ed un messaggio per commemorare i 40 anni della "Gaudium et Spes" nel pomeriggio. Stamattina, per la prima volta da quando è rientrato dal Gemelli, domenica scorsa, Giovanni Paolo II si è  dunque affacciato alla finestra del suo studio su piazza san Pietro e ha salutato i fedeli con cenni della mano. Oggi, mercoledì, è il giorno del tradizionale appuntamento per l'udienza generale, ma  la convalescenza del Papa ha fatto sospendere l'appuntamento con i fedeli. In piazza San Pietro, però, si è comunque radunato un gruppo abbastanza numeroso, tanto da spingere Giovanni Paolo II a salutarli.

Nel pomeriggio, poi, un suo messaggio alla conferenza che sta svolgendosi in Vaticano per commemorare il 40° anniversario della costituzione pastorale del Concilio vaticano II "Gaudium et spes" è stato letto dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano.

Il tema "L'appello alla giustizia", scrive il Papa, nel messaggio indirizzato al cardinale Renato Martino, presidente del Pontficio consiglio della giustizia e la pace, "attrae l'attenzione sulla sfida davanti alla quale si trova costantemente la Chiesa, impegnata a ricordare ad ogni credente la necessità di interpretare le realtà sociali alla luce del Vangelo (cfr Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 62). Talvolta, gli enormi progressi della scienza e della tecnologia possono infatti condurre a dimenticare questioni fondamentali di giustizia, nonostante la comune aspirazione ad una maggiore solidarietà fra i popoli e ad una strutturazione più umana delle relazioni sociali (cfr Gaudium et spes, 63; Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 213- 214)".

"Il triste permanere di conflitti armati e le ricorrenti manifestazioni di violenza in moltissime parti del mondo – scrive ancora il Papa - costituiscono una riprova, e contrario, della inseparabile relazione tra giustizia e pace, secondo il fondamentale insegnamento proposto con coraggiosa chiarezza nella Gaudium et spes (cfr n. 78). A tale riguardo, desidero riaffermare ancora una volta che la pace è opera della giustizia: essa nasce infatti da quell'ordine sul quale il Divino Fondatore stesso ha voluto fosse edificata l'umana società". "Una pace vera sulla terra – afferma il Papa - comporta, infatti, la ferma determinazione di rispettare gli altri, individui e popoli, nella loro dignità, e la costante volontà di incrementare la fraternità tra i componenti della famiglia umana (cfr Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 194). Ma la Gaudium et spes non riduce a questo il suo insegnamento: in essa il Concilio sostiene che la pace è "frutto anche dell'amore, il quale va oltre quanto è in grado di assicurare la semplice giustizia... Pertanto, tutti i cristiani sono pressantemente chiamati a 'praticare la verità nell'amore' (Ef 4, 15), e a unirsi agli uomini sinceramente amanti della pace per implorarla e per attuarla" (Gaudium et spes, 78). Detto con altre parole – conclude il messaggio - il discorso sulla giustizia non esaurisce la Dottrina Sociale della Chiesa. E' necessario non dimenticare mai la virtù dell'amore che porta al perdono, alla riconciliazione e che anima lo stesso impegno cristiano a favore della giustizia. Resta comunque indubitabile che il discorso sulla giustizia è fondamento per ogni retto ordinamento dell'ordine sociale" (FP).

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