Il Papa parte in treno dalla stazione vaticana per Assisi 2011
Inizia la Giornata “pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Insieme al pontefice, 300 delegati da oltre 50 Paesi del mondo. Almeno 100 vengono dall’Asia; le presenze musulmane sono in crescita. A differenza dall’Assisi 1986, questa volta vi sono anche rappresentanti non appartenenti a nessuna religione, ma “alla ricerca della verità”. Nessuna preghiera comune. L’arrivo ad Assisi previsto per le 9.45.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano per recarsi in treno ad Assisi, dove oggi si celebra la Giornata di riflessione dialogo e preghiera per la pace e la giustizia. L’incontro avviene a 25 anni dalla storica Giornata voluta da Giovanni Paolo II nell’86.
Il pontefice è arrivato alla stazione vaticana e dopo aver salutato i presenti, è salito su un treno superveloce delle Ferrovie italiane. Nella carrozza del papa vi sono diversi rappresentanti religiosi, fra cui il patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli e il primate anglicano Rowan Williams.
Il treno ha lasciato la stazione vaticana verso le 8 e giungerà ad Assisi verso le 9,45. Durante il tragitto, il treno rallenterà in alcune stazioni intermedie -Terni, Spoleto e Foligno - per salutare i fedeli radunati lungo il percorso.
Secondo informazioni vaticane, ad Assisi saranno presenti circa 300 rappresentanti delle religioni mondiali, da 50 differenti nazioni. Questa volta, a differenza dell’Assisi del 1986, saranno presenti anche personalità non credenti, ma “alla ricerca della verità”. Fra questi la prof.ssa Julia Kristeva, linguista e psicanalista di origini bulgare e vivente a Parigi; il prof. Remo Bodei, professore di Storia della filosofia a Pisa (Italia); Guillermo Hurtado, filosofo messicano che ha studiato ad Oxford; Walter Baier, economista austriaco, membro del Partito comunista austriaco.
Le rappresentanze cristiane sono 31; 176 gli esponenti delle religioni non cristiane, oltre ad alcune delegazioni ebraiche.
Folto il gruppo proveniente dall’Asia: 18 persone dal sub-continente indiano (indù, Baha’i, Sikh, giainisti, zoroastriani; 67 buddisti da tutti i Paesi del sudest asiatico e dell’estremo oriente (vi sarà anche un rappresentante buddista della Repubblica popolare cinese); confuciani dalla Corea del Sud; taoisti da Hong Kong; shintoisti dal Giappone.
Folta anche la rappresentanza islamica, da Paesi del Medio oriente, dal Sudest asiatico e dall’Europa. Ad Assisi nel 1986 vi erano solo 11 rappresentanti musulmani; quest’oggi ve ne sono 50.
Il tema, scelto da Benedetto XVI per la Giornata è “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”.
Il papa ha lanciato l’idea di un nuovo incontro ad Assisi alla Giornata mondiale della pace lo scorso 1mo gennaio. Nel suo Messaggio per quella Giornata, egli metteva in luce che i pericoli per la pace vengono dal terrorismo (religioso), che usa il nome di Dio per distruggere, e dal relativismo e laicismo, che emarginano le fedi al di fuori della società.
Il pellegrinaggio di Assisi serve ad affermare che le religioni non sono strumento di guerra e che chi crede in Dio è impossibile che voglia la violenza.
Allo stesso tempo, l’incontro fra i rappresentanti religiosi e membri non religiosi, serve ad affermare che le religioni hanno un ruolo da giocare nella società e che la ricerca della verità anche in chi non condivide nessuna fede, implica apertura e rispetto per la dimensione religiosa.
La Giornata avrà un momento di incontro pubblico a S. Maria degli Angeli, con diversi interventi. Poi vi sarà un pasto frugale nel convento dei francescani e poi tempo dedicato al riposo e alla preghiera personale. Nel pomeriggio vi sarà il pellegrinaggio silenzioso alla chiesa di san Francesco, dove si concluderà l’incontro con un messaggio per la pace.
Un’altra differenza con l’Assisi di papa Wojtyla, è la mancanza di preghiera comune o in parallelo, per evitare incomprensioni o rischi di sincretismo o relativismo. Questa volta la preghiera viene fatta personalmente, nella propria stanza.
Il pontefice è arrivato alla stazione vaticana e dopo aver salutato i presenti, è salito su un treno superveloce delle Ferrovie italiane. Nella carrozza del papa vi sono diversi rappresentanti religiosi, fra cui il patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli e il primate anglicano Rowan Williams.
Il treno ha lasciato la stazione vaticana verso le 8 e giungerà ad Assisi verso le 9,45. Durante il tragitto, il treno rallenterà in alcune stazioni intermedie -Terni, Spoleto e Foligno - per salutare i fedeli radunati lungo il percorso.
Secondo informazioni vaticane, ad Assisi saranno presenti circa 300 rappresentanti delle religioni mondiali, da 50 differenti nazioni. Questa volta, a differenza dell’Assisi del 1986, saranno presenti anche personalità non credenti, ma “alla ricerca della verità”. Fra questi la prof.ssa Julia Kristeva, linguista e psicanalista di origini bulgare e vivente a Parigi; il prof. Remo Bodei, professore di Storia della filosofia a Pisa (Italia); Guillermo Hurtado, filosofo messicano che ha studiato ad Oxford; Walter Baier, economista austriaco, membro del Partito comunista austriaco.
Le rappresentanze cristiane sono 31; 176 gli esponenti delle religioni non cristiane, oltre ad alcune delegazioni ebraiche.
Folto il gruppo proveniente dall’Asia: 18 persone dal sub-continente indiano (indù, Baha’i, Sikh, giainisti, zoroastriani; 67 buddisti da tutti i Paesi del sudest asiatico e dell’estremo oriente (vi sarà anche un rappresentante buddista della Repubblica popolare cinese); confuciani dalla Corea del Sud; taoisti da Hong Kong; shintoisti dal Giappone.
Folta anche la rappresentanza islamica, da Paesi del Medio oriente, dal Sudest asiatico e dall’Europa. Ad Assisi nel 1986 vi erano solo 11 rappresentanti musulmani; quest’oggi ve ne sono 50.
Il tema, scelto da Benedetto XVI per la Giornata è “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”.
Il papa ha lanciato l’idea di un nuovo incontro ad Assisi alla Giornata mondiale della pace lo scorso 1mo gennaio. Nel suo Messaggio per quella Giornata, egli metteva in luce che i pericoli per la pace vengono dal terrorismo (religioso), che usa il nome di Dio per distruggere, e dal relativismo e laicismo, che emarginano le fedi al di fuori della società.
Il pellegrinaggio di Assisi serve ad affermare che le religioni non sono strumento di guerra e che chi crede in Dio è impossibile che voglia la violenza.
Allo stesso tempo, l’incontro fra i rappresentanti religiosi e membri non religiosi, serve ad affermare che le religioni hanno un ruolo da giocare nella società e che la ricerca della verità anche in chi non condivide nessuna fede, implica apertura e rispetto per la dimensione religiosa.
La Giornata avrà un momento di incontro pubblico a S. Maria degli Angeli, con diversi interventi. Poi vi sarà un pasto frugale nel convento dei francescani e poi tempo dedicato al riposo e alla preghiera personale. Nel pomeriggio vi sarà il pellegrinaggio silenzioso alla chiesa di san Francesco, dove si concluderà l’incontro con un messaggio per la pace.
Un’altra differenza con l’Assisi di papa Wojtyla, è la mancanza di preghiera comune o in parallelo, per evitare incomprensioni o rischi di sincretismo o relativismo. Questa volta la preghiera viene fatta personalmente, nella propria stanza.
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