Il Papa condanna i piromani e coloro che “distruggono il patrimonio ambientale”
Città del Vaticano (AsiaNews) – Benedetto XVI ha condannato con forza le "azioni criminose" e l’"irresponsabile comportamento" dei piromani, ma anche di tutti quelli che "mettono a rischio l'incolumità delle persone e distruggono il patrimonio ambientale, bene prezioso dell'intera umanità". Il pontefice si riferiva in particolare alle inondazioni nel sud dell’Asia e agli incendi scoppiati in Grecia, Italia e altri Paesi europei.
Al termine dell’udienza generale di oggi, tenuta in piazza san Pietro, il papa ha detto: "In questi giorni, alcune regioni geografiche sono devastate da gravi calamità: mi riferisco alle inondazioni in alcuni Paesi orientali, come pure ai disastrosi incendi in Grecia, in Italia e in altre nazioni europee".
"Davanti a così drammatiche emergenze, che hanno causato numerose vittime e ingenti danni materiali, non si può non essere preoccupati per l'irresponsabile comportamento di taluni che mettono a rischio l'incolumità delle persone e distruggono il patrimonio ambientale, bene prezioso dell'intera umanità". Il pontefice ha concluso l’appello sottolineando che egli si unisce “a quanti giustamente stigmatizzano tali azioni criminose”, invitando anche “tutti a pregare per le vittime di queste tragedie".
Nelle ultime settimane in Grecia, Italia, Spagna e altri Paesi europei, con l’aiuto del clima caldo, vi sono stati molti incendi di natura dolosa, che hanno causato la morte di decine di persone e la distruzione di molte aree naturali. Le inondazioni in Asia hanno provocato la morte di quasi 2 mila persone e decine di migliaia di sfollati. Le alluvioni sono dovute in parte alle piogge monsoniche annuali, in parte alle politiche di deforestazione e di edilizia dei vari Stati.
L’udienza di oggi era dedicata a san Gregorio di Nissa, Padre della Chiesa del IV secolo. Il papa ha messo in luce l’insegnamento di Gregorio sulla teologia, lo Spirito Santo e sulla creazione, vista come “un’opera d’arte” di Dio stesso.
"Commentando la creazione dell'uomo - ha detto Benedetto XVI - Gregorio mette in evidenza che Dio, «il migliore degli artisti, forgia la nostra natura in maniera da renderla adatta all'esercizio della regalità. Attraverso la superiorità stabilita dall'anima, e per mezzo della stessa conformazione del corpo, Egli dispone le cose in modo che l'uomo sia realmente idoneo al potere regale» (De hominis opificio 4: PG 44,136B). Ma vediamo come l'uomo, nella rete dei peccati, spesso abusi della creazione, non eserciti una vera regalità. Per questo, infatti, per realizzare cioè una vera responsabilità verso le creature, deve essere penetrato da Dio e vivere nella sua luce. L'uomo, infatti, è un riflesso di quella bellezza originaria che è Dio: «Tutto quanto Dio creò era ottimo», scrive il santo Vescovo. E aggiunge: «Lo testimonia il racconto della creazione (cfr Gn 1,31). Fra le cose ottime c'era anche l'uomo, ornato di una bellezza di gran lunga superiore a tutte le cose belle. Che cos'altro, infatti, poteva essere bello, al pari di chi era simile alla bellezza pura e incorruttibile?... Riflesso e immagine della vita eterna, egli era bello davvero, anzi bellissimo, con il segno raggiante della vita sul suo volto» (Homilia in Canticum 12: PG 44,1020C)".
"Meditiamo - ha poi aggiunto il papa - questo elogio dell'uomo. Vediamo anche come l'uomo sia degradato dal peccato. E cerchiamo di ritornare alla grandezza originaria: solo se Dio è presente, l'uomo arriva a questa sua vera grandezza". Come dire che un'ecologia della creazione ha bisogno del ritorno alle radici spirituali. "La piena realizzazione dell’uomo - ha concluso Benedetto XVI - consiste nella santità, in una vita vissuta nell'incontro con Dio, che così diventa luminosa anche per gli altri, anche per il mondo".