Il Papa a Cipro: un passo per il dialogo ecumenico e nella ricerca della pace in Medio Oriente
di NAT da Polis
L’arcivescovo ortodosso dell’isola sottolinea l’importanza dell’incontro tra Chiese sorelle e richiama all’ordine i due metropoliti che si sono espressi contro la presenza di Benedetto XVI. Chrysostomos chiederà sostegno per una soluzione pacifica della divisione creata dall’invasione turca. Padre Lombardi: il messaggio Benedetto XVI è, soprattutto, quello di pace e prosperità per il popolo di Cipro e per il Medio Oriente.
Nicosia (AsiaNews) - Domani inizia a Cipro la prima visita di un pontefice su questa isola, che si reca su invito dell’arcivescovo di Cipro Crisostomos e del presidente Christofias e per incontrare i fedeli appartenenti alla Chiesa cattolica maronita ed armena di rito latino e consegnare ai vescovi della regione l’Ιnstrumentum Laboris”, il documento base del Sinodo dei vescovi dedicato al Medio oriente, che si terrà in ottobre a Roma. Il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione rilasciata oggi ad Aris Viketos, del più importante giornale di Cipro, Filelefteros, l’ha definita di grandissima importanza e dai molti significati.
Innanzi tutto è la prima visita di Benedetto XVI in un Paese a maggioranza cristiana ortodossa. Cipro non è solo un crocevia, ha detto padre Lombardi, un ponte tra l'Europa e il Vicino e Medio Oriente, ma è stata anche una terra molto importante nella vita della prima comunità cristiana (vengono in mente San Barnaba e San Paolo) e per secoli è stata legata alla Terra Santa, tanto amata dai cristiani.
L'incontro con la Chiesa ortodossa di Cipro è fondamentale. Il viaggio sarà caratterizzato da segni di amicizia fraterna nel comune impegno di cercare la piena unità tra tutti i cristiani, in quanto ambedue le Chiese sono impegnate nel dialogo ecumenico. Dialogo tra cattolici ed ortodossi ripreso, dopo anni di congelamento, nel 2007 a Ravenna e proprio su questa terra nell’autunno del 2009. Incontri presieduti dal cardinale Walter Kasper e dal metropolita del Patriarcato ecumenico Ioannis Zizioulas.
Si capisce, sottolinea padre Lombardi, che la scelta di Cipro per presentare la documentazione preparatoria del Sinodo dei vescovi di tutto il Medio Oriente è un chiaro segno che il Papa considera Cipro un punto di incontro privilegiato per i cristiani della regione e che vuole certamente parlare non solo alla comunità cattolica, ma a tutti gli abitanti della regione, anche appartenenti ad altre religioni, musulmani ed ebrei, nel quadro dell’impegno della Chiesa cattolica per lo sviluppo umano e spirituale e per il dialogo che costruisce la pace.
Sulla stessa lunghezza d’ onda anche l’intervista rilasciata, ieri dall’arcivescovo di Cipro, Chrysostomos (nella foto: il suo incontro col Papa, a Roma, nel 2007), ad Aris Viketos, nella quale ha definito la visita di grandissima importanza per la Chiesa ortodossa di Cipro, in quanto rafforzerà i legami tra le due Chiese e di conseguenza il dialogo. Tutte le Chiese ortodosse, ha continuato Chrysostomos, riconoscono la Chiesa di Roma come sorella e di conseguenza anche il suo capo, il papa. “La volontà di Dio consiste nell’ amare il proprio nemico e a maggior ragione i nostri fratelli”.
L’arcivescovo, ha continuato dicendo che chiederà il sostegno del Papa per una giusta soluzione della questione cipriota, e che parlerà anche dei monumenti cristiani distrutti sulla parte settentrionale dell’ isola, tuttora occupata da 30mila soldati dell’ esercito turco, “accompagnati” da 70mila coloni, che ne hanno alterato la composizione demografica. In proposito, Chrysostomos si è detto non molto ottimista sulla volontà di Ankara, visto che la Turchia ha sempre ignorato le pressioni dei presidenti degli USA sulla riapertura della scuola teologica di Chalki.
Per quanto riguarda la situazione politica creatasi sull’isola, divisa dopo l’invasione turca del 1974 , padre Lombardi ha aggiunto che il messaggio Benedetto XVI è, soprattutto, quello di pace e prosperità per il popolo di Cipro, e il desiderio per una definitiva soluzione pacifica alla situazione dolorosa che esiste oggi, escludendo una visita del Papa alla parte settentrionale dell’isola. Visita che il ministro turco per gli affari europei, Egemen Bajis, ha cercato di ottenere nel suo incontro con il responsabile dei rapporti con gli Stati della Santa Sede, mons. Dominique Mamberti, vista l’importanza che sta assumendo la presenza del Papa a Cipro, riconoscendo così, come ha dichiarato alla stampa turca, che il Vaticano può influenzare i 27 stati membri dell’ UE ad accelerare l’ingresso della Turchia in Europa.
Tornando al profilo ecclesiale della visita di Benedetto XVI, un duro richiamo è venuto dall’arcivescovo di Cipro nei confronti dei due metropoliti, Athanasios di Lemesso e Pavlos di Kirinias, che si sono espressi contro la presenza del Papa a Cipro, minacciando fuoco e fiamme e trovando un alleato nel metropolita del Pireo Serafim, il quale a sua volta ha minacciato, contro la visita, un massiccio sbarco di “puri” fedeli ortodossi sull’isola. Crysostmos li ha richiamati, ricordando loro di rispettare gli impegni presi e li ha minacciati di sospensione, aggiungendo: “li ho invitati a comportarsi correttamente e a rispettare le decisioni del sinodo, sulle quali erano inizialmente concordi”. E alla fine della visita si trarranno le debite conseguenze.
Lo stesso padre Lombardi, nell’intervista ha sostenuto che un paio di posizioni estremiste non rappresentano la posizione della comunità e non si può attribuire a esse un peso particolare. E anche da Atene si sono levate, finalmente, autorevoli voci contro questa sparuta frange, definiti i talebani ortodossi, che non hanno alcuno riscontro nella società civile, ma che sanno fare la voce grossa. Accusano la Chiesa cattolica di autoritarismo, si diceva tra gli intellettuali ortodossi di Atene, mentre sono i primi a usare comportamenti feudatari, contrari al rispetto collegiale della tradizione ortodossa. Significativa a proposito la presa di posizione del metropolita di Messinias Chrysostosmos , docente dell’Università di Atene, che ha definito le dichiarazioni del metropolita del Pireo indecorose e prive di fondamento ecclesiale.
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04/06/2010
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