Il Nobel Yunus lascia la Grameen Bank e scende in politica
di Nozrul Islam
L’inventore del microcredito correrà alle prossime parlamentari con un nuovo partito. Diverse le reazioni: alcuni lo vedono come il “salvatore della Patria”, altri guardano con sospetto alle sue posizioni ancora neutrali e alla sua inesperienza in campo politico.
Dhaka (AsiaNews) – Mohammed Yunus, inventore del microcredito e Premio Nobel per la pace 2006, ha annunciato che è disposto a tagliare ogni legame con la Grameen Bank, (“banca dei poveri") da lui fondata, per entrare in politica e partecipare alle prossime elezioni politiche in Bangladesh. Il Paese vive da ottobre una grossa crisi, che ha portato il presidente Iajuddin Ahmed a rinviare le elezioni parlamentari, previste per il 22 gennaio, e a dichiarare lo stato di emergenza.
Il partito di Yunus si chiamerà Nagarik Shakti, che in bengalese significa "potere popolare". Sulla sua entrata in politica si moltiplicano reazioni e commenti disparati: alcuni vedono in lui il "salvatore della patria", altri ironizzano sul fatto che voglia capitalizzare il successo del Nobel a proprio vantaggio. I quotidiani sono pieni di risposte alla sua "lettera aperta", in cui chiede suggerimenti alla popolazione per dare vita al nuovo partito.
Secondo esperti di politica bengalese, il metodo con cui Yunus ha iniziato sembra buono, per lo meno contro corrente rispetto al sistema seguito finora dai partiti, che sono in pratica “congreghe di sostenitori di leader assoluti, senza ombra di democrazia o dibattito interno”. Buona è anche l'idea di partire costruendo aggregazioni a livello di villaggio per poi salire alla formazione di un partito nazionale. Ma Yunus non ha mai fatto politica e ha sempre tenuto un profilo piuttosto neutrale; “anche quando essere neutrali significava appoggiare corruzione e ingiustizia”, osservano alcuni analisti. “Ora questa posizione neutrale andrebbe almeno ritoccata e per grandi linee abbozzato un programma politico e di alleanze”, suggeriscono. Oltre tutto non si conoscono i suoi rapporti con gli ambienti dell’esercito, che resterà ancora a lungo una forza con cui è indispensabile fare i conti.
La speranza è che Yunus non faccia troppo affidamento sul rispetto e il prestigio procuratogli dal Nobel, altrimenti “si troverà presto nei guai”.
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