Il Nobel Mo Yan lancia un appello per la liberazione di Liu Xiaobo
Pechino (AsiaNews) - Il Nobel per la letteratura 2012, il cinese Mo Yan, ha lanciato oggi un appello per la liberazione "prima possibile" del dissidente e premio Nobel per la Pace 2010 Liu Xiaobo. "Spero che possa ritrovare la libertà il prima possibile", ha dichiarato Mo dal suo villaggio natale di Gaomi (nella provincia orientale dello Shandong).
Tuttavia, due anni dopo il conferimento del premio al dissidente la sua situazione non è cambiata. Arrestato nel settembre 2009 e condannato il giorno di Natale dello stesso anno a 11 anni di reclusione per "sovversione", Liu Xiaobo è divenuto famoso in tutto il mondo nel 2008, anno in cui ha scritto e pubblicato "Carta '08", un manifesto per la democrazia in Cina sulla falsariga della "Carta '77" di Vaclav Havel che raccolse decine di migliaia di firme in tutto il Paese.
Il conferimento del Nobel al dissidente fece infuriare il regime comunista, che accusò la Commissione giudicante di essere "anti-cinese" e lanciò un boicottaggio economico nei confronti della Norvegia - il premio per la Pace è deciso a Oslo - e contro la Svezia, sede dell'Accademia del Nobel. Al conferimento del prestigioso riconoscimento venne messa una sedia vuota davanti al microfono del vincitore proprio per sottolinearne la carcerazione.
I due fratelli del dissidente, Xiaoguang e Xiaoxuan, sono riusciti a fargli visita in carcere lo scorso 26 settembre e lo hanno trovato "in buona salute e con lo spirito alto". Ma la moglie, Liu Xia, è ancora agli arresti domiciliari senza alcuna accusa: le autorità l'hanno chiusa in casa insieme alla figlia - che al tempo del Nobel aveva 14 mesi - e da allora non la lasciano uscire.
L'appello di Mo Yan, festeggiato dal governo come "primo cinese a vincere il premio letterario", non sembra in grado di sortire alcun effetto. Tuttavia, esso chiarisce in qualche modo le polemiche che si sono susseguite ieri dopo l'annuncio della sua vittoria: alcuni dissidenti - fra cui Ai Weiwei e Wei Jingsheng - lo hanno infatti accusato di essere "vicino" al regime comunista.
Secondo Wei, autore del "Muro della democrazia" e con 18 anni di carcere duro alle spalle, il premio "non rappresenta tanto un riconoscimento alla sua bravura letteraria ma è un preciso desiderio del mondo economico. Guardate come ha reagito Pechino a questo premio e vedrete che esso serve a calmare la Cina e ottenere nuovi e migliori contratti".
08/05/2019 11:49
13/07/2018 11:13