12/07/2006, 00.00
NEPAL
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Il Nepal rischia una nuova guerra civile

di Prakash Dubey

L'unico cristiano membro del Comitato per il controllo del cessate-il-fuoco tra governo e maoisti avverte che le due parti "violano in modo palese" gli accordi di giugno: "Se i colloqui in programma falliscono riprenderà la guerriglia nelle città".

Kathmandu (AsiaNews) – Il Nepal rischia di scivolare di nuovo in una violenta guerra civile. Ad avvertire della pericolosa possibilità è KV Rokaya, unico cristiano membro del Comitato per il controllo del cessate-il-fuoco (Cmc), costituito il mese scorso dal governo in accordo con i leader maoisti.

Secondo Rokaya, che ha esposto le sue preoccupazioni ieri durante un convegno sulla pace a Kathmandu, si stanno "in modo vergognoso" violando i termini del cessate-il-fuoco, siglato i primi di maggio dopo che il re Gyanendra ha lasciato il potere all'Alleanza dei sette partiti (Spa).

Il leader cristiano, anche vicepresidente del Forum di dialogo denominato "Consiglio interreligioso del Nepal", è convinto che il problema sia "la crescente mancanza di fiducia reciproca tra la Spa e i maoisti". "Le due parti - spiega - stanno gradualmente violando gli accordi. Gli otto punti sottoscritti il 16 giugno dal premier Girja Prasad Koirala e dal capo degli ex ribelli maoisti, Prachanda, potrebbero non essere mai applicati e rispettati". L'accordo prevede tra l'altro che governo e guerriglia depongano le armi, ma – a quanto riferito dal cristiano – entrambi "lo stanno violando in modo palese".

Rokaya, si fa portavoce delle ansie di tutto il Cmc, "seriamente preoccupato per lo sviluppo politico del Nepal, che fa intravedere una spirale di violenze tra la gente, che invece chiede la pace". "Se i colloqui falliscono - avverte - i maoisti darebbero il via alla guerriglia urbana, a scapito della  popolazione cittadina, e ad una violenza mai vista fino ad ora".

Per il cristiano, al fine di ottenere una pace "duratura" è necessario "rendere giustizia a tutti gli oppressi, agli emarginati e ai vari gruppi etnici e religiosi". A maggio il Nepal, "Regno indù", è stato dichiarato Stato laico.

Vijay Kant Karna, attivista indù, definisce "spaventoso" l'avvertimento di Rokaya sul rischio di guerra civile: "Egli, come membro di un organo istituzionale ha accesso a maggiori informazioni e riscontri sulla realtà della situazione".

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