Il Ministro Poraz: qualche miglioria, ma ancora problemi con la Santa Sede
Roma (AsiaNews) Al centro dell'incontro con il card. Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano, vi sono stati i problemi dei visti, quelli del regime fiscale per la Chiesa in Israele e la proprietà della sala del cenacolo a Gerusalemme: lo ha detto ad AsiaNews lo stesso Avraham Poraz, Ministro israeliano degli interni, in visita alla Città del Vaticano alla vigilia del capodanno ebraico. Nel pomeriggio il ministro aveva anche avuto una breve visita con papa Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo.
"Il problema dei visti spiega il ministro ad AsiaNews ha creato molti lamenti nel passato. Per emettere un visto, occorreva il permesso di un altro ministero, quello degli affari religiosi. La trafila era complicata e non ha funzionato. Adesso, dietro richiesta del Primo ministro Sharon, i visti dipendono solo dal Ministero degli interni e questo ha reso il lavoro più veloce e reso migliore il servizio. L'unico punto difficile rimasto è per persone che provengono da paesi nemici di Israele (Arabia Saudita, altri paesi arabi, ecc ), che sono sottoposti a verifiche e blocchi. Il Vaticano dice: ma noi queste persone le conosciamo! E allora noi domandiamo che il Vaticano li raccomandi. In questo modo si faciliterà tutta la questione. La Santa Sede ha detto che è pronta a fare questo. Così qualcuno si prende la responsabilità per queste persone. Penso quindi che il problema dei visti sia ormai quasi risolto".
Un altro problema affrontato è l'esenzione dalle tasse per le istituzioni religiose. Il ministro ha spiegato che il regime fiscale di esenzione dato dal tempo del mandato britannico. Il tema del regime fiscale è all'ordine del giorno nell'attuazione dell'Accordo fondamentale fra Israele e Santa Sede. "Secondo la nostra legge ha chiarito Poraz - i luoghi di preghiera (chiese, sinagoghe, ecc.) sono esenti dalle tasse. Se in queste istituzioni sono inclusi negozi o qualche casa per ospitalità a pagamento, occorre che paghino le tasse. L'unico problema rimane quello dei monasteri, dove vivono comunità religiose. La mia decisione è che questi non paghino le tasse, ma paghino soltanto i servizi che la municipalità offre loro: pulizia, fogna, acqua, ecc.. Le municipalità hanno bisogno di queste tasse perché altrimenti non potrebbero offrire questi servizi".
Un ulteriore tema comunicato da Poraz è la questione della proprietà del Cenacolo, un tempo proprietà dei francescani, poi dei musulmani e ora del governo israeliano. In occasione del viaggio di Giovanni Paolo II ai Luoghi santi in Terrasanta, si è parlato della possibilità di un ritorno alla Chiesa cattolica del luogo dove è avvenuta l'Ultima cena di Gesù.
Poraz ha detto che "il problema oggi è una diatriba fra le Chiese, per chi deve possederlo. E Israele non può entrare in questo diatriba. La Chiesa ortodossa e la Chiesa armena hanno il diritto di preghiera, insieme ai francescani. Per l'uso di tutti i Luoghi santi vi sono problemi, ma per questi si seguono le regole stabilite dallo status quo. Per il Cenacolo non ci sono queste regole. Tutti aspettano la decisione di Israele, ma non c'è ancora nessuna decisione concreta".