Il Kirghizistan si allea con gli Emirati per sfuttare il suo oro e uscire dalla crisi
Bishkek (AsiaNews/ Agenzie) - Oltre 25 tonnellate di oro esportate ogni anno, 220 miniere attive in tutto il Paese e oltre duemila tonnellate di metallo prezioso ancora da estrarre. Sono alcune delle cifre del settore aureo del Kirghizistan - piccola repubblica ex sovietica senza sbocchi sul mare - che fanno gola agli investitori degli Emirati arabi uniti. In questi mesi diversi uomini d'affari del Paese del Golfo Persico hanno dato la loro disponibilità a offrire tecnologia e risorse finanziarie in cambio di concessioni sul materiale estratto.
Dopo le violenze etniche del 2010, costate decine di morti, e la cacciata dell'ex presidente Kurmanbek Bakiyev il Paese sta cercando di ripartire dal suo bene più importante: l'oro. Tuttavia, il 96% del territorio è montuoso, i giacimenti scoperti si trovano in zone quasi inaccessibili, le miniere esistenti lavorano con mezzi antiquati risalenti alla dominazione sovietica e molte sono di proprietà di società straniere. Il giacimento più importante è quello di Kumtor a 350 km a sud-est della capitale Bishkek è di proprietà della Centerra Gold, compagnia canadese, ma secondo gli esperti il governo sta cercando di nazionalizzarla per sostenere con i ricavi la grave crisi economica, causata da anni di instabilità sociale e dalla recente siccità che ha colpito l'agricoltura.
In un'intervista a Gulfnews, giornale online con sede a Dubai, Kubanychbek Omuraliev, console generale del Kirghizistan, ha spiegato che il governo "sta offrendo in concessione diversi giacimenti e cerca investitori stranieri. Gli Emirati sono uno dei partner fondamentali". Nel Paese islamico vivono e lavorano oltre 7mila cittadini kirghizi, impiegati soprattutto come operai negli impianti petroliferi. Gli uomini d'affari impegnati nel commercio dell'oro sono molto pochi.
A tutt'oggi gli scambi bilaterali tra gli Emirati arabi uniti e il Kirghizistan sono di 300 milioni di dollari. L'ex repubblica sovietica esporta oro per 200 milioni e importa macchinari e attrezzature per circa 75 milioni. "Il potenziale degli scambi e degli investimenti tra i due Paesi è enorme e vogliamo espandere i nostri rapporti commerciali con gli Emirati Arabi". Secondo il diplomatico il rapporto fra i due Paesi darà sostegno all'economia locale, non solo nel settore aureo ma anche nel turismo e nei servizi.