Il Kazakistan si barcamena tra Russia e Occidente
Astana (AsiaNews/Agenzie) – Il Kazakistan, uno dei maggiori investitori esteri in Georgia, rinuncia a progetti miliardari “per la situazione politica instabile”. Intanto ha tenuto esercitazioni militari congiunte con le forze del Patto atlantico (Nato). Oggi la kazaka KazMunaiGas, leader per l’energia, ha detto che rinuncia alla programmata raffineria di petrolio nel porto di Batumi in Georgia per un investimento di un miliardo di dollari (nella foto:l'oil terminal di Batumi. La ditta ha escluso “motivazioni politiche” spiegando che il progetto “non è realizzabile” per non meglio precisate ragioni “tecniche”.
Esperti osservano che la Georgia è fondamentale per oleodotti che portino greggio e gas dall’Asia centrale in Europa aggirando la Russia, per cui Mosca vede con sfavore la creazione di una grande raffineria nel porto georgiano, specie dopo il conflitto di agosto nel quale ha sostenuto le ragioni secessioniste di Abkhazia e Sud Ossezia, dove tuttora stazionano truppe russe. Durante la fase calda della guerra il Kazakistan ha sospeso l’invio di petrolio per nave dal porto di Batumi, ma lo ha ripreso all’inizio di settembre.
Il 22 settembre il ministro kazako per l’Agricoltura Akylbek Kurishbaev ha annunciato l’abbandono della costruzione di un terminal per i cereali nel porto georgiano di Poti, “a causa della incertezza politica” della regione dopo il conflitto armato. Il terminal doveva avere una capacità di 350-500mila tonnellate di grano annue e voleva creare nuove vie per il grano del Kazakistan, che ha avuto un raccolto di 20,1 milioni di tonnellate nel 2007.
Tbilisi si è detta “molto sorpresa” e il viceministro all’Economia Vakhtang Lezhava ha rimarcato che “soltanto le ditte kazake hanno deciso, dopo la guerra, di abbandonare investimenti progettati in Georgia. Le altre ditte proseguono gli investimenti”.
Il Kazakistan, per posizione geografica e storica, è considerato dalla Russia un alleato importante, specie per le vie commerciali. Ma Astana appare voler tenere buoni rapporti anche con l’Occidente. Se il Cremlino può essere soddisfatto per l’abbandono dei due progetti, certo ha visto con sfavore che le truppe kazake ieri hanno svolto esercitazioni militari congiunte con la Nato, nella steppa vicino ad Almaty. Esercitazioni che hanno coinciso con la visita del presidente russo Dmitry Medvedev.
Il ministro della Difesa Daniyal Akhmetov ha rivelato in conferenza stampa “la volontà di portare la collaborazione con la Nato a un nuovo livello”.
Il Kazakistan il 29 maggio ha concluso con l’Azerbaigian un accordo per inviare il suo petrolio per l’oleodotto da Baku a Tbilisi a Ceyhan in Turchia, che aggira la Russia, e non ha seguito Mosca nel riconoscere l’indipendenza di Abkhazia e Sud Ossezia. Intanto incrementa i rapporti con la Cina: a luglio si è svolta la cerimonia di inizio per la sezione kazaka di 1.300 chilometri dell’oleodotto che attraverserà tutta l’Asia centrale, dal Turkmenistan per Kazakistan e Uzbekistan fino alla Cina. (PB)
03/03/2010