Il Fondo monetario internazionale abbassa le stime di crescita per l’Asia
Per l’effetto domino, le economie asiatiche risentono della crisi dell’euro e della stagnazione negli Usa. Il modello di crescita deve dirigersi verso il consumo interno e non appoggiarsi troppo sull’esportazione. Inalterata la crescita della Cina, ritoccata al ribasso lo scorso aprile.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Il Fondo monetario internazionale ha abbassato le stime di crescita per l’Asia, mettendo in guardia il continente che “non c’è un posto per nascondersi” e che la crisi dell’euro e la stagnazione dell’economia Usa possono creare un effetto domino che coinvolge anche l’Asia.
Nelle sue previsioni per la regione Asia-Pacifico, il Fmi si attende una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) del 6,3% quest’anno e del 6,7% l’anno prossimo. Le sue stime precedenti erano del 6,8 per il 2011 e del 6,9 per il 2012.
Le previsioni sono basate su dati raccolti fino alla fine del mese di settembre. Le turbolenze finanziarie di questi mesi hanno portato a una diminuzione del 16% dell’indice delle borse dell’area Asia-Pacifico, la caduta più pesante dalla crisi del 2008.
Il Fmi consiglia alle economie asiatiche di correggere il loro modello di crescita, ancora troppo basate sull’esportazione verso Europa e Stati Uniti e potenziare i consumi interni.
L’istituto finanziario ha riconfermato la crescita dell’economia cinese del 9,5% quest’anno e del 9% l’anno prossimo. E ciò, nonostante avvisaglie da parte di economisti su una possibile bolla finanziaria nel settore immobiliare e dei debiti delle banche. Lo scorso aprile, però, il Fmi ha abbassato le sue stime per la Cina, fissate al 9,6% per il 2011 e al 9,5% nel 2012.
Nelle sue previsioni per la regione Asia-Pacifico, il Fmi si attende una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) del 6,3% quest’anno e del 6,7% l’anno prossimo. Le sue stime precedenti erano del 6,8 per il 2011 e del 6,9 per il 2012.
Le previsioni sono basate su dati raccolti fino alla fine del mese di settembre. Le turbolenze finanziarie di questi mesi hanno portato a una diminuzione del 16% dell’indice delle borse dell’area Asia-Pacifico, la caduta più pesante dalla crisi del 2008.
Il Fmi consiglia alle economie asiatiche di correggere il loro modello di crescita, ancora troppo basate sull’esportazione verso Europa e Stati Uniti e potenziare i consumi interni.
L’istituto finanziario ha riconfermato la crescita dell’economia cinese del 9,5% quest’anno e del 9% l’anno prossimo. E ciò, nonostante avvisaglie da parte di economisti su una possibile bolla finanziaria nel settore immobiliare e dei debiti delle banche. Lo scorso aprile, però, il Fmi ha abbassato le sue stime per la Cina, fissate al 9,6% per il 2011 e al 9,5% nel 2012.
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