Il Dalai Lama conclude la visita a Taiwan, facendo pregare buddisti e cattolici
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Il Dalai Lama ha terminato ieri la sua visita nelle zone flagellate dal tifone Morakot, nel meridione di Taiwan, dopo avere incontrato il cardinale Paul Shan Kuohsi.
A Kaohsiung, nell’epicentro della zona colpita, i due leader religiosi hanno tenuto un forum su religione e umanità, ultima attività pubblica del Dalai Lama prevista per questo viaggio. Sono stati accolti con un’ovazione da oltre 1.000 persone, felici di incontrarsi con i due religiosi che – secondo l’espressione di Medusa Kuo all’agenzia Bloomberg – “hanno il desiderio di portare la pace”.
Dopo l’incontro il leader tibetano è tornato a Taipei, accolto davanti all’albergo da circa 200 manifestanti – nonostante il robusto dispiegamento di polizia - favorevoli all’annessione di Taiwan alla Cina, che lo hanno contestato come inutile causa di “problemi” e hanno gridato slogan come “Taiwan e il Tibet appartengono alla Cina”.
La visita è stata osteggiata dalla Cina, che ha anche annullato importanti incontri già fissati con le autorità taiwanesi.
Non sono previsti suoi incontri con autorità politiche. In precedenza il governo, guidato dal Partito Kuomintang e assertore di una maggior collaborazione con Pechino, gli aveva negato di poter visitare l’isola. Ma non lo ha potuto fare quando ha chiesto di venire a confortare la popolazione colpita dalla devastazione del tifone, che ha causato oltre 600 vittime e immensi danni materiali e morali. Anche perché il governo è stato molto criticato per la tardività e l’insufficienza dei primi aiuti, che avrebbero potuto salvare molte persone: al punto che vari ministri e alti funzionari hanno presentato le dimissioni. La visita del leader tibetano ha distolto l’attenzione pubblica dalle inefficienze del governo.
Da parte sua, il Dalai Lama ha sempre ripetuto che la sua visita non ha finalità politiche e ha cancellato la prevista conferenza stampa del 31 agosto, pare su richiesta del governo seppure non ci siano conferme. Da sondaggi, risulta che la maggior parte della popolazione ritiene che la visita abbia un carattere soltanto religioso e di conforto delle vittime.