30/03/2004, 00.00
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Il "Corano secondo gli ebrei" suscita l'ira dei musulmani

Tel Aviv (AsiaNews) – L'organizzazione ebraica Yad Lahim ("Mano tesa ai Fratelli") ha pubblicato sul proprio sito internet un'opera di 222 pagine sul « Nuovo Corano ». Si tratta di far conoscere « il nuovo messaggio del Corano » per chiunque desideri conoscere i versetti e gli hadith  islamici « nelle loro forme corrette ». A questo fine sono nati due nuovi centri, uno a Tel Aviv e l'altro a Gerusalemme ovest ed è stato istituito un numero verde gratuito. Yad Lahim sta diffondendo anche una video-cassetta sulla condizione della donna nell'Islam, che ritrae la donna musulmana come sottomessa e maltrattata.

Il testo del « Nuovo Corano » non riconosce la dottrina islamica secondo cui il libro sacro dei musulmani è « disceso dal cielo », ma ritiene che si tratta di un'opera redatta da Maometto.

Per i musulmani il miracolo più grande del Corano è la recita da parte del Profeta Maometto dei versetti del Libro a lui rivelati dall'arcangelo Gabriele, e la capacità del « prescelto da Dio » di ricordarli  nonostante fosse un analfabeta.

Yad Lahim pretende di « rendere un favore ai musulmani stessi » i quali « comprendono i versetti in modo errato » e desidera sradicare « le idee avvelenate presenti nella società islamica ».

I musulmani della Terra Santa hanno subito criticato l'opera di Yad Lahim. Essi la giudicano una diffamazione e denigrazione del loro testo sacro, con lo scopo di seminare dei dubbi nella fede.

Lo sceicco Akrama Sabri, Mufti di Gerusalemme, ha tuttavia attenuato la tensione affermando che « non si tratta della prima volta… Tentativi del genere sono sempre falliti » ed ha aggiunto fiducioso che nessuno è in grado di intaccare il contenuto del Corano in quanto « Dio stesso si è assunto l'incarico di proteggere il Suo libro da qualsiasi distorsione ».

L'organizzazione Yad Lahim è nata in ambienti ebraici ultraortodossi che per decenni si sono dedicati a diffusione di calunnie contro il cristianesimo e alla lotta per eliminare la presenza cristiana in Israele. Da alcuni anni era caduta in un relativo oblio.(PB)

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