Il Consiglio dei guardiani: più voti che votanti “solo” in 50 città iraniane
Il portavoce dell’autorità preposta al controllo sulle elezioni ha detto alla tv di Stato che comunque il dato riguarda tre milioni di voti e quindi non cambia il risultato. Lo scontro in corso nelle piazze di Teheran sembra poter coinvolgere i centri di potere del regime e toccare la stessa Guida suprema.
Beirut (AsiaNews) – Ci sono segnali che lo scontro in atto in Iran potrebbe non riguardare solo le piazze, ma sta coinvolgendo almeno in parte le strutture stesse del regime degli ayatollah. I fatti: il portavoce del Consiglio dei guardiani, Abbas-Ali Kadkhodaei (nella foto), parlando ieri sera alla televisione di Stato, ha ammesso che “in 50 distretti” elettorali il numero delle schede è stato superiore a quello degli iscritti al voto. Un importante televisione satellitare araba, Al Arabiya, sostiene che “religiosi” di Qom, la città santa, già residenza di Khomeini, uno dei centri principali dello sciismo iraniano, e l’Assemblea degli esperti avrebbero fatto pressioni per ottenere - come è avvenuto - il rilascio della figlia di Akbar Hashemi Rafsanjani, che della stessa Assemblea è il presidente, prelevata “per la sua sicurezza” dalla polizia. Da parte sua, il vincitore delle elezioni, Mamhmoud Ahmadinejad, riferisce l’ufficiale IRNA, ha incontrato un gruppo di esponenti religiosi e “li ha invitati a giocare un ruolo cruciale esaltando le cause divine dell’indipendenza islamica e della difesa della Repubblica islamica dell’Iran”.
Kadkhodaei si riferiva alle contestazioni avanzate dai tre candidati perdenti alle elezioni presidenziali del 12 giugno ed in particolare a quanto sostenuto da Mohsen Rezaei, per il quale in 80-170 città i voti erano superiori ai votanti. I dati forniti dai candidati, ha affermato, “non sono accurati, l’incidente è accaduto solo in 50 città”. Egli ha commentato che si tratta di un fenomeno normale, in quanto le persone possono votare nelle città dove lavorano o si trovano e che comunque la questione riguarda circa tre milioni di voti, che non cambierebbero significativamente il risultato. Ma, secondo un’altra fonte iraniana, Khabaronline, ha aggiunto che, su richiesta dei candidati, il Consiglio può ricontrollare le urne elettorali e decidere “se il possibile cambio nel riscontro è decisivo nel risultato dell’elezione”.
Le notizie in sé non sono concludenti, ma va tenuto presente che su 12 membri del Consiglio dei guardiani – che vigila sulle elezioni, dalla “ammissibilità” dei candidati ai risultati del voto - sei sono scelti dalla Guida suprema, Ali Khamenei (palesemente schierato con Ahmadinejad), e che l’Assemblea degli esperti nomina e, in teoria, può estromettere la stessa Guida suprema. Ciò potrebbe spiegare come mai le dichiarazioni di Kadkhodaei appaiono, nelle fonti, in contrasto tra loro e le voci sul confronto in atto tra ayatollah.
Intanto, mentre in Occidente si hanno informazioni solo sulle manifestazioni a Teheran, il Consiglio nazionale della resistenza in Iran dà oggi notizia che esse avvengono anche altrove. “Studenti e giovani” sono scesi in strada anche a Shiraz e Mashhad. In entrambe le città, ieri pomeriggio, ci sarebbero stati scontri con le forze di sicurezza, con numerosi feriti. (PD)
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