30/12/2022, 09.24
INDIAN MANDALA
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Il 2022 è stato uno degli anni peggiori per Bollywood

di Alessandra De Poli

L'industria cinematografica indiana, che sforna fino a 1.600 film all'anno, non si è ancora ripresa dalla pandemia. Le produzioni regionali, non in hindi, sono invece sempre più popolari. Le pellicole trascinano con sé anche la popolarità della musica: grazie ai social stanno emergendo nuovi generi e nuovi artisti.

Milano (AsiaNews) - L’anno che si chiude è stato uno dei più duri per l’industria di Bollywood, che ha sede a Mumbai: nonostante una serie di successi, una ventina di film nel 2022 ha registrato perdite, un numero doppio rispetto agli standard pre-pandemia. Il 77% delle uscite dell’ultimo anno sono state un flop, e solo un quinto delle pellicole ha raggiunto gli obiettivi di incassi, mentre prima della pandemia la percentuale si attestava intorno al 50%. Anche l’industria musicale legata a Bollywood sembra calare in termini di popolarità e i critici stanno indagando le cause di tale crisi.

Nel 2022 ci sono state solo tre o quattro pellicole di successo, ha spiegato Sumit Kadel, esperto commerciale, mentre l’industria di film indiana avrebbe bisogno di almeno una decina di grandi successi per sopravvivere: “Bollywood sta sicuramente attraversando la sua fase peggiore degli ultimi due o tre decenni”, ha commentato.

Una ragione pare essere legata alla pandemia: a causa dei lockdown molti film sono stati resi disponibili sulle piattaforme di streaming online - a cui ha accesso metà della popolazione indiana - a prezzi ridotti, per cui ora molte persone sono restie ad andare al cinema, dove il biglietto si paga a prezzo pieno: “Le persone sono disposte a percorrere il tragitto per il cinema e pagare molto solo se le dimensioni e il contenuto dei film le entusiasmano”, ha continuato Kadel. “Le sale quest’anno si sono svuotate mensilmente di circa il 15-20%, ragione per cui i cinema ora vendono i popcorn a prezzi esorbitanti”

Altri sottolineano le difficoltà degli sceneggiatori di rinnovare le storie e le trame, proponendo racconti diventati ormai stucchevoli agli occhi del grande pubblico. Diversi critici hanno messo in evidenza la necessità di un rinnovamento, sia per quanto riguarda i temi trattati che gli attori scritturati, mentre altri hanno accusato Bollywood di produrre film di nicchia o per una élite cittadina nonostante la stragrande maggioranza degli indiani viva in aree rurali.

Negli ultimi anni sono emerse industrie cinematografiche regionali che erano state relegate a un ruolo di secondo piano e che ora propongono film che si discostano dagli standard “classici”. Bollywood, che sforna fino a 1.600 film all’anno, è considerata un’industria nazionale perché ha sempre prodotto pellicole in lingua hindi, una delle lingue più utilizzate (e capite) in tutto il Paese. Ma oggi si parla anche di Kollywood e Tollywood per riferirsi ai film in lingua tamil e telugu, per esempio.

I maggiori incassi nel 2022 sono stati realizzati proprio da film di produzione “regionale”, come “RRR”, in lingua telugu e che racconta la storia di due indipendentisti contro il raj britannico. Incassando 160 milioni di dollari in tutto il mondo, è il terzo film indiano per numero di incassi di tutti i tempi, con guadagni record per la prima giornata di apertura, Nei primi sei mesi dell’anno i film prodotti negli Stati meridionali si sono accaparrati il 50% dei profitti al botteghino, una novità assoluta nel panorama cinematografico indiano.

Secondo Kadel questi film ricevono anche un grande sostegno da parte della diaspora indiana in tutto il mondo. L’esperto ha inoltre sottolineato l’incapacità di Bollywood di adattarsi ai nuovi metodi di diffusione delle clip sui social, dove brevi video di spezzoni di film vengono ricondivisi da centinaia di migliaia di utenti aumentando la popolarità di un film rispetto a un altro. 

Una questione che riguarda anche l’industria musicale e che sta facendo emergere nuovi generi. Alcuni parlano addirittura di “reelification” per riferirsi alla sempre più capillare diffusione di reel (i brevi video di Instagram, nati per competere con quelli di TikTok, l'applicazione cinese vietata in India). I reel stanno modificando il panorama musicale indiano, fino a non molto tempo fa legato ai successi di Bollywood: ora però le canzoni “da film” hanno perso attrattiva - se un film non ha successo difficilmente la sua colonna sonora diventerà popolare - e stanno lasciando spazio a nuovi giovani artisti che producono musica indie e altri sottogeneri musicali.

“Con il calo di produzioni cinematografiche durante la pandemia”, ha spiegato Rahul Balyan, responsabile di Spotify India, “si è creato uno spazio per la musica non da film e ora molti artisti stanno salendo alla ribalta”. Si tratta perlopiù di musicisti indipendenti che arrivano a tenere concerti in grandi stadi partendo dalle esibizioni nei locali e grazie alla popolarità che le loro canzoni ottengono sui social. Secondo gli esponenti di questi nuovi generi musicali - che vanno dall’indie, al rap, all’hard rock - le canzoni da musical dominano ancora il panorama indiano, ma sempre più compositori cercano di creare motivetti orecchiabili per assicurarsi il favore dell’algoritmo di Instagram e da lì una rapida scalata per il successo tra le generazioni più giovani.

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