I vescovi: "No a divorzio, aborto e sprechi nelle famiglie"
Lahore (Pakistan) - Sono due i vescovi pakistani che partecipano all'8° Assemblea della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC) che si apre oggi a Daejeon, in Corea del sud. Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore, e mons. Anthony Lobo, vescovo di Islamabad Rawalpindi, prendono parte ai lavori sul tema "La famiglia asiatica verso una cultura della vita", a cui intervengono oltre 90 vescovi di tutto il continente.
"Si tratta di una grande opportunità per interagire con vescovi di ogni regione dell'Asia. È un'esperienza arricchente che ci spinge a lavorare in maggior vicinanza e cooperazione" ha detto ad AsiaNews mons. Saldanha alla vigilia della partenza per la Corea del sud. "Presenteremo all'Assemblea la Lettera sulla famiglia che abbiamo inviato ai nostri fedeli e racconteremo anche le leggi discriminatorie contro i cristiani in Pakistan". Nel Paese vige una legge contro la blasfemia che autorizza violenze e abusi contro i cristiani: nel maggio scorso Samuel Masih, 32 anni, è stato ucciso per blasfemia da un poliziotto.
In occasione della Pasqua scorsa, la Conferenza episcopale pakistana ha indirizzato ai cattolici una Lettera pastorale sulla famiglia. La Lettera affrontava alcuni problemi dei matrimoni misti fra cristiani e musulmani. Anzitutto, il divorzio: "Vogliamo riaffermare l'insegnamento della Chiesa che un valido matrimonio cattolico non può essere sciolto. Per questo, noi non accettiamo il divorzio, sebbene altre religioni lo permettono".
I vescovi denunciano inoltre il materialismo crescente nella società pakistana, a causa del quale molti vendono i propri organi vitali, soprattutto i reni, per accaparrarsi denaro. I vescovi condannano questa pratica che mette in pericolo la vita di queste persone e quella delle loro famiglie.. Anche lo spreco in occasione dei matrimoni viene condannato dalla Lettera: "In questo periodo, nel quale il costo della vita è molto elevato, chiediamo ai fedeli di vivere celebrazioni più semplici, senza sprechi e spese eccessive".
"Abbiamo già una commissione per la famiglia in ogni diocesi" sottolinea ancora mons. Saldanha "ma vogliamo renderle più attive nella preparazione delle coppie alla vita matrimoniale ispirata alla dottrina cristiana".
Per questo, i vescovi pakistani vogliono istituire animatori della vita famigliare, cioè coppie capaci di guidare e consigliare fidanzati e sposi. Questi animatori dovrebbero diventare inoltre insegnanti dei metodi naturali per la regolazione delle nascite. In Pakistan, infatti, il problema della sovrappopolazione è molto grave, ma viene affrontato solo con la pratica dell'aborto. "Riaffermiamo dicono i vescovi la condanna della Chiesa verso l'aborto, che è l'uccisione di un essere umano non nato, un assassinio".
I cattolici in Pakistan sono 1 milione 300mila su 143 milioni di abitanti. (QF)