08/07/2011, 00.00
LIBANO
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I vescovi maroniti al neo-governo: mettere fine agli omicidi, attuare la giustizia

Il governo Mikati ottiene la fiducia al Parlamento. I presuli riuniti nella sede patriarcale di Bkerke esortano il Paese all’unità e chiedono al governo di affrontare le questioni economiche, politiche, ed umanitarie nel rispetto delle risoluzioni e degli accordi internazionali. Il nodo dell’incriminazione di quattro attivisti Hezbollah nell’assassinio di Rafik Hariri.
Beirut (AsiaNews) - Dopo tre giorni di acceso dibattito, scambi di accuse e scontri frontali tra maggioranza e opposizione, il neonato governo libanese guidato da Najib Mikati ha ottenuto ieri la fiducia al Parlamento libanese, con 68 voti favorevoli su 128 deputati. Il governo sunnita di Mikati è appoggiato dal partito sciita di Hezbollah e dalla “Corrente patriottica libera” del maronita Michel Aoun, mentre all’opposizione ci sono i deputati della coalizione del 14 Marzo guidata dal “Movimento del futuro” filo saudita dell’ex premier Saad Eddin Hariri.

Il Primo Ministro Mikati ha ribadito l’intenzione del suo governo di mantenere la "cooperazione" con il Tribunale internazionale nel processo dell’assassinio dell'ex Primo ministro Rafik Hariri (14 febbraio 2005): Egli ha respinto le critiche dell’opposizione per l’utilizzo della frase: "rispettare le risoluzioni internazionale" invece di quella: "impegnarsi per le risoluzioni internazionali", affermando che il governo "è determinato a cooperare nel percorso del Tribunale speciale per il Libano”.

Il Libano vive giorni di particolare travaglio politico e sociale dopo che il Tribunale internazionale dell’Onu ha indicato quattro attivisti del movimento Hezbollah come responsabili dell’assassinio dell’ex premier libanese Rafik Hariri (14/02/2005 Autobomba a Beirut, muore ex premier libanese). Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha escluso l'arresto dei quattro membri del potente gruppo sciita.Le discussioni parlamentari si sono incentrate negli ultimi tre giorni sulla questione del Tribunale internazionale, sul disarmo del partito di Hezbollah e sulla situazione in Siria.

I vescovi maroniti riuniti  il 6 luglio a Bkerke, sotto la guida del patriarca, Bechara Boutros Rai,  hanno auspicato che il nuovo governo libanese sostenuto dalla fiducia della Camera dei deputati, affronti le questioni interne e i bisogni dei cittadini e assuma le sue grandi responsabilità in una fase molto critica della storia del Libano e della regione.

Il comunicato mensile del Consiglio dei vescovi maroniti afferma che "pubblicare gli atti d’accusa del tribunale internazionale nel momento in cui il nuovo governo si prepara a discutere il suo programma ministeriale ha alimentato le polemiche e la spaccatura tra i libanesi". I vescovi esortano perciò "tutti i leader politici a mantenere alto il livello del dibattito democratico e civile, allineare le posizioni, svelare le verità e attuare la giustizia che dovrebbe mettere fine agli omicidi e riportare la serenità nel Paese."

I vescovi maroniti hanno preso in esame anche la situazione nel mondo arabo, ricordando “i disordini e gli scontri dolorosi nei paesi della regione, che seminano morte, e provocano distruzione, caos”. Essi sottolineano “l'incertezza di ciò che potrebbe derivare dai profondi cambiamenti sociali e politici”, e esprimono la “loro preoccupazione per queste situazioni, invitando i libanesi a rimanere saldi nella loro terre e nell'amore all loro patria, al loro lavoro e alla loro testimonianza spirituale , sociale e umana, pregando Dio di riportare la sicurezza, la pace e la stabilità in questi Paesi.”



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