I vescovi del Bangladesh difendono il papa "frainteso"
Dopo le proteste su Benedetto XVI e l'islam, il presidente della Conferenza episcopale invia un messaggio di chiarimento alla stampa locale: il papa ha sempre considerato una necessità il dialogo con i musulmani.
Dhaka (AsiaNews/Ucan) La Chiesa cattolica del Bangladesh, tra i più grandi Paesi musulmano al mondo, si schiera a difesa del papa nella polemica seguita al suo discorso a Regensburg, ritenuto offensivo verso Maometto e l'Islam In un messaggio indirizzato alla stampa bengalese, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Paulinus Costa, spiega che il papa non aveva alcuna intenzione di offendere i musulmani e la loro religione. "La sua citazione sottolinea il presule è stata fraintesa". Il riferimento è alle parole dell'imperatore bizantino, Manuele II Paleologo secondo il quale "non è venuto niente di buono" dalle cose nuove portate dall'Islam; queste, erroneamente attribuite al papa, hanno sollevato la protesta violenta di alcuni ambienti islamici.
Mon. Costa, anche arcivescovo di Dhaka, ricorda le chiarificazioni espresse dal papa il 17 settembre all'Angelus e aggiunge: a Colonia il pontefice aveva espresso la sua convinzione che il dialogo tra cristiani e musulmani "non può ridursi a una scelta". Il pontefice conclude nel suo messaggio il presule ha spiegato che le lezioni del passato devono aiutarci ad evitare gli stessi errori".
L'arcivescovo ha guidato una delegazione della Chiesa locale, che il 17 settembre scorso ha incontrato il ministro degli Interni del Bangladesh, Lutfozzaman Babar.
In Bangladesh l'83% della popolazione è musulmana. A differenza di molti Paesi a maggioranza islamica, qui le proteste per l'intervento del papa in Germania non sono sfociate in violenze.