I tibetani non festeggiano il capodanno, in memoria dei massacri del 2008
Dharamsala (AsiaNews) – Gruppi di esuli tibetani, riparati in India, hanno annunciato oggi che non ci saranno le tradizionali grandi feste per il Nuovo Anno Tibetano, ma silenzio e preghiera per ricordare gli oltre 200 tibetani uccisi dall’esercito cinese durante le proteste del marzo 2008.
Per il calendario lunare tibetano, il 25 febbraio sarà il primo giorno del 2136mo anno, l’anno del Bue. Il capodanno tibetano, o Losar, è un’occasione di grande festa collettiva che dura almeno 3 giorni (nella foto: un tipico momento di queste feste). Ma quest’anno sarà osservato il silenzio e in templi e case saranno accese lampade alimentate a burro e si pregherà per le vittime. Quest’anno il Losar cade dal 25 al 27 febbraio, poco prima del 10 marzo 2009, 50mo anniversario della repressione cinese che nel 1959 ha costretto in esilio il Dalai Lama.Un anno dopo le proteste represse con il sangue nel 2008: da allora il Tibet è di fatto sotto legge marziale, con restrizioni ai viaggi per i tibetani e per i giornalisti esteri.
B. Tsering, presidente dell’Associazione donne tibetane, spiega che si vuole così “rendere onore al sacrificio degli innumerevoli tibetani che hanno protestato per mostrare alla Cina e al mondo che dopo 50 anni di occupazione brutale ancora siamo decisi a tornare liberi”.
Il venerabile Ngawang Woebar, presidente del Movimento degli ex prigionieri politici Gu-Chu-Sum, conferma che “non celebriamo il Losar, per onorare tutti i tibetani morti per la nostra libertà. Invitiamo i tibetani di tutto il mondo a unirsi a noi in questa protesta”.