I tibetani commemorano la Giornata mondiale contro la tortura
Dharamsala (AsiaNews) – I tibetani in esilio e il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia (Tchrd) hanno commemorato il 26 giugno la 20° Giornata internazionale delle Nazioni Unite in sostegno delle vittime della tortura.
Il Tchrd ha ricordato come la tortura sia un crimine contro i fondamentali diritti umani, vietata in modo assoluto dalla legge internazionale. Il gruppo ha denunciato che le autorità cinesi da lungo tempo praticano la tortura contro i detenuti tibetani, per ottenere informazioni o per intimidirli, senza mai avere dovuto temere conseguenze. Al punto che simile inumano comportamento è denunciato come un elemento essenziale della strategia di Pechino contro i dissidenti tibetani, anche per chi si limita a dichiararsi fedele al Dalai Lama o a criticare le scelte delle autorità cinesi.
Il Tchrd ha accusato la polizia di usare torture mentali e fisiche, quali scariche elettriche, bruciature di sigarette sul corpo, appendere le vittime per le braccia, privandole del sonno, tenendole in isolamento, con percosse e lavori faticosi. Ha ricordato che ci sono riprese video che mostrano la polizia cinese picchiare in modo selvaggio giovani tibetani, colpevoli solo di essersi loro opposti. Fra questi vi è Tendar, ferito da un colpo d’arma da fuoco durante le proteste del marzo 2008 a Lhasa e portato dalla polizia in ospedale: alla dimissione mostrava bruciature di sigaretta e lividi sul corpo, chiodi ficcati nel piede destro. E’ morto a seguito di queste ferite.
Nel 1984 l’Assemblea generale dell’Onu ha adottato la Convenzione contro la tortura e gli altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti, entrato in vigore il 26 giugno 1987. La Convenzione obbliga gli Stati aderenti a considerare la tortura un crimine e a punire chiunque la pratichi. Nel novembre 2008 il periodico rapporto Onu ha accusato la polizia cinese di usare la tortura in modo sistematico. Il ministro cinese degli Esteri ha respinto le accuse come “ingiuste” e “frutto di pregiudizi” anticinesi. Il Tchrd sollecita la comunità internazionale a verificare l’uso di torture in Cina e chiede a Pechino di dare attuazione piena alla Convenzione Onu.