I suicidi dei giovani operai cinesi
Pechino (AsiaNews/Clb) – Il China Labour Bullettin, prestigiosa pubblicazione internet per la tutela dei lavoratori, ha ricordato i non pochi lavoratori cinesi suicidatisi nelle fabbriche di tutto il Paese, per le cattive condizioni di lavoro e per le tensioni collegate al lavoro.
Un caso emblematico è quello della fabbrica della Foxconn a Shenzhen, che ha visto almeno 5 tentativi di suicidi di lavoratori tra marzo e aprile. E non meno di 12 morti innaturali nei 2 anni passati. All’inizio di aprile un giovane lavoratore migrante si è suicidato e un altro giovane operaio ha tentato di farlo.
La ditta taiwanese, leader dell’elettronica e fornitrice di colossi come Apple, Nokia e Sony, è sotto il riflettore da quando nel luglio 2009 Sun Danyong, dipendente di 25 anni, si è ucciso dopo che un dirigente lo aveva accusato di avere rubato un prototipo di iPhone. Al punto che si parla di “suicidio-express” Foxconn.
Ma il problema è diffuso. Negli anni 2006/2008 la ditta rivale Huawei, che ha la sede operativa adiacente alla fabbrica Foxconn di Shenzhen, registrò a propria volta 6 morti misteriose in 2 anni. I media parlarono di pressioni eccessive sul lavoro, orari troppo lunghi ed eccessivo rigore e severità nella disciplina.
Il Clb osserva che le pressioni sul luogo di lavoro e gli orari massacranti sono certo importanti, ma non occorre trascurare le pressioni esercitate sui giovani operai da famiglie, colleghi di lavoro e amici, che possono far esplodere situazione di aperta e prolungata stanchezza fisica e mentale. Le fabbriche assumono soprattutto giovani, per la loro maggior resistenza e disponibilità alla fatica, ma sono anche i soggetti più instabili da un punto di vista mentale. Spesso vivono dieci in una stanza adattata presso la fabbrica, lontani dalle famiglie e senza alcun sostegno. In questi dormitori non sono rare le violenze soprattutto sessuali e i furti. Per cui molti giovani preferiscono affrontare la spesa di affittare un letto altrove, piuttosto che vivere in questi dormitori.
Dopo l’ondata di suicidi, la Foxconn ha promesso di adottare un’assistenza anche psicologica per i suoi oltre 300mila dipendenti.